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86 carlo kunz

A maggiore conferma di tale deduzione riportiamo sotto il n. 4 della Tav. II il disegno di uno zecchino di Domenico Contarini, e sotto il n. 6, quello dello zecchino di Trévoux, ritratti entrambi dagli originali, con quanta esattezza ci fu possibile. Sotto il n. 5, poi offriamo il disegno d’altro zecchino di Trévoux, il quale stimiamo fosse fino ad ora ignorato. In luogo della iscrizione: franc . princ . reca: s . m . trevol, per cui il nome del Santo protettore di quella città vi figura due volte, e mostra, come l’altro, l’asta sormontata dalla croce posta in capo della banderuola, sebbene, per essere alquanto sciupato, poco distinta apparisca la prima, onde deve ritenersi battuto, al pari di quello, al tempo di Madamigella d’Orléans.

In appoggio della opinione che quel più noto zecchino di Trévoux spetti al principe Gastone, il prelodato signor Morel-Fatio porge notizia di un pezzo in rame, impresso da un solo lato, con disegno consimile ai predetti zecchini ed iscrizioni analoghe, infuori della riga destinata al nome, che in esso suona: dvx . g . dom; ma poiché nel disegno prodotto avvi una apparenza di croce, oltre la banderuola, in capo all’asta, esso pure deve spettare al tempo di Madamigella d’Orléans, e sarà, probabilmente, come con diversa applicazione opinò il chiarissimo autore, la prova di un primo conio non gradito della progettata, poscia effettuata contraffazione.

Conchiuderemo ora noi pure, dicendo, che tanto quel saggio in rame, che gli zecchini effettivi di Trévoux, fino ad ora emersi, spettano indubitatamente a Madamigella d’Orléans e non ad altri, e ch’ebbe pienamente ragione l’Anonimo (Gian Agostino Gradenigo), il quale, pubblicando prima quello più noto1, ad essa riferivalo.



  1. Memorie per servire all’istoria letteraria, (del Valvasense). T. IX. (1757)1 pag. 402.