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la zecca di bologna 191

metalli preziosi in zecca, e relativi all’obbligo nel maestro delle stampe di notare in un libro il numero delle pille e torsèlli in sue mani. Il zecchiere avrebbe riscosso lire dodici mensili dalla Camera di Bologna, avrebbe prestato cauzione, ecc., ecc.1.

La coniazione incominciò subito e procedette spedita per molto tempo, tantochè il 26 marzo 1616 gli ufficiali della zecca, contenti dello scrupolo con cui l’Angeli disimpegnava i proprii obblighi, prolungavano il termine della sua locazione a tutto il 16182.

A incisore dei coni fu scelto Orazio Provagli, di gran nome a’ suoi tempi e che appartiene a una famiglia di artisti che figurano decorosamente nella storia dell’arte bolognese del secolo XVII: arte, convien notarlo, che non fu a Bologna così baroccamente sbrigliata come nel resto d’Italia in quel tempo tantochè tutti i rami dipendenti, (l’incisione delle monete tra gli altri) risentono di quella corretta grandiosità di disegno che è la più bella caratteristica della grande scuola dei Caracci, oggi giustamente tornata in onore.

Ai primi del 1613 troviamo il ProvagH ricordato come incisore nella zecca bolognese: e forse la nomina a quell’ufficio è anche precedente.

Da un foglio che porta la data 1613, 29 marzo togliamo quanto segue:

— " La Congregatione de’ SS.’ Assunti sopra la Zecca ordina a ms. Oratio Provagli cuniatore, che pigli li disegni et mostre del cunio del san Petronio per farne uno dei migliori et de’ più belli che si possa conformi alli ricordi et avvertimenti datili per cuniare le Piastre d’argento da una banda et intorno vi siano le lettere S. Petronius Protect, et

  1. Istrumenti e scritture, 1614, 31 gennaio.
  2. Partiti, 30, c. 47, r.