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la zecca di bologna 213

che i bianchi da 12 bolognini l’uno di quel tempo avevano di fino once 9 5/6 per libbra e ne andavano 106 pezzi alla libbra: i bagaroni, da 3 quattrini erano in ragione di bol. 32 per libbra, i quattrini 33: più tardi, nel 1756, le muraiole da 4 bolognini conservavano la solita bontà e ne andavano 124 per libbra. Oltre alcune nomine di assaggiatori, prima del 1752 d’importante non troviamo che una lunga relazione del zecchiere da cui risulta che l’onorario che gli competeva per la battuta delle monete di rame era troppo mite, causa l’aumento delle spese dell’officina ed egli chiedeva un piccolo aumento sul tanto per cento che gli competeva: aumento che gli fu concesso1. Dietro richiesta di alcuni mercanti furono battute nuove monete d’oro, intorno al 1752, di cui non rimangono particolari diretti.

Frattanto l’invasione di monete di bassa lega coniate nello stato pontificio era divenuta sì grande a Bologna, che i lamenti giunsero fino a Roma e il papa, con disposizione della Segreteria di Stato del 2 ottobre 1756, ordinava agli Assunti di Bologna di mandare colà una relazione sulle coniazioni delle monete di lega e di rame degli ultimi 10 anni, per vedere se era il caso di limitare l’attività di alcune zecche dello Stato e fors’anche chiuderle. Dalla risposta mandata dieci giorni dopo all’Ambasciatore perchè la trasmettesse alla Segreteria di Stato, e della quale rimane copia, stralciamo la seguente nota:

" Battute di Rame in Bagaroni e Quattrini fatte in anni dieci, dall’anno 1746 incluso a tutto l’anno 1755, e cioè:


   

Bagaroni

 

Quattrini

1746 Libre 2725 — Libre 2420 —
1747 » 2032 — " 1871,1
1748 » 1859.3     " 4843.6
  1. Piani e discipline monetarie, 1751.