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DI OTTAVIO FALCONIERI 5

te in luce degne d’esser sapute da’ curiosi dell’antichità. Ond’io per non defraudargli della notizia di esse, ho intrapreso di pubblicarle, parendomi convenevole, che, siccome Sua Beatitudine ristaurandolo ha adornato con tal opera la vera Roma, cosi quella, che descritta dalla penna del Nardini esce ora nuovamente in luce non apparisca dissomigliante da essa per la mancanza di questo nuovo ornamento, sperando ancora di far cosa grata a quelli, i quali si dilettano di simili studj, communicando loro una esatta descrizione del sepolcro sopraddetto, come si vede al presente, e delle pitture, che ancor durano in una stanza racchiusa in mezzo di esso, con alcune annotazioni fatte da me tanto sopra le iscrizioni scolpite nella piramide stessa, che sopra l’altra, la quale si legge replicata in due basi di marmo ritrovate nel cavare attorno alla medesima, come dirassi a suo luogo.

Essendosi dunque intrapreso per comandamento di N. S. di ridurre la piramide sopraddetta di ruinosa e cadente, ch’ell'era, allo stato, in cui presentemente si vede, e discoprirla fino al zoccolo, sul quale si posa, fu di mestieri abbassar per buono spazio attorno il terreno che la nascondeva, alzandosi in alcuni luoghi sino a 22. palmi. Nel far ciò furono ritrovati sparsi in quà, e in là i pezzi

    Ezechiele Spanemio nell’Antiquaria Republica. Avendo pur fatto le stesse dimostrazioni di stima Niccolò Einsio nel dedicargli il terzo libro delle sue Elegie, ed altri Uomini dotti nel dar alla luce le loro letterarie fatiche. Ma ritornando all’Opere del Falconieri, quelle che più lo distinsero, e renderono celebre il di lui nome, furono l'iscrizioni Atletiche colle copiose, e tanto pregiate di lui Note, per le quali ricevette questa materia una nuova luce, ed un nuovo aspetto; come pure la dissertazione de Nummo Apamensi, Deucalionei diluvii Typum exhibente, in occasione di esaminare un Medaglione di Filippo Seniore del Museo Mediceo, per cui fece abbastanza conoscere e il molto suo ingegno, e la rara, e vasta sua erudizione; essendo comparse ambedue alla luce unitamente nella Stamperia del Falco in Roma nel 1668. in un giusto volume in quarto, dedicato al Cardinale Rospigliosi, e riprodotte poscia, ed inserite dal Gronovio nel Tesoro delle Greche Antichità. Le iscrizioni, e Note nel Tomo ottavo immediatamen-