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124 DELLE VIE DEGLI ANTICHI

tina. Corrispondente a questa strada a sinistra dell’Appia havvi una porta, o cancello di Vigna, dentro la quale si vede la continuazione di questa strada medesima oggi interrotta, che va a unire in una strada moderna, che raggiunge la via di Albano; traversata questa strada moderna si riconosce sempre nella stessa direzione la via stessa che passava avanti il Tempio di Bacco oggi S. Urbano, scendeva nella Valle della Caffarella, raggiungeva la via Latina, e traversata questa finiva nell’Asinaria, di maniera che questa strada della quale trovatisi in questa guisa de’ pezzi interrotti ancora usati era una via di comunicazione fra la via Asinaria e l’Ardeatina, e per conseguenza questa è quella via Asinaria della quale fu parlato di sopra, e di cui parla Festo. Proseguendo il cammino nell’Appia vedesi torreggiare il Sepolcro di Cecilia Metella moglie di Crasso, il quale trovasi rinchiuso in un recinto o castello de’ tempi bassi, che forse diede origine all’abbandono dell’Appia. L’arco o porta che dava ingresso a questo castello indicano chiaramente che sotto quello passava la via della quale ancora si riconosce il solco, seguendo il quale si trova un pezzo dell’antico pavimento ancora conservato da potersi riconoscere, ma assai malconcio, ed ivi misurata la larghezza della via si trova essere stata di circa quattordici piedi. Una linea continuata di sepolcri da questo punto sino ad Albano non lasciano più dubitare quale ne fosse la direzione, che si riconosce essere stata sempre retta sino ad Albano. Un miglio dopo il sepolcro di Metella si vede a sinistra della via l’Iscrizione di Marco Servilio Quarto riferita nel I. volume. Di là da questo sepolcro un altro miglio circa si vede a destra della via un recinto quadrilatero di grandi massi quadrati di pietra vulcanica, che io credo essere un’antico Castrum o Campo, siccome più a lungo ho discorso nel mio viaggio Antiquario ne’ contorni di Roma; a sinistra veggonsi i campi pieni di rovine, che diedero origine al nome moderno di Roma vecchia, e che io credo essere gli avanzi di un’antica villa. Sei miglia lungi dall’antica porta Capena vedesi sulla strada un antico sepolcro rotondo assai vasto; ma incaguito volgarmente chiamato Casal Rotondo, ed al