Pagina:Roma Antica 4.djvu/58

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lazioni circa il moto de’ penduli. e sue proprietà; onde agli artifizj meccanici nuova luce accrebbe, ed il tempo, che prima baldanzoso ne andava di potere, siccome colà nella spelonca di Omero sottrarsi da quei legami, i quali l’ingegno umano andava di mano in mano ritrovando per imprigionarlo, in più saldi ceppi strinse di quelli, co’ quali appresso Luciano rimproverava a Giove quel Cinico essere stato legato nel più profondo del Tartaro il di lui genitore, in cui il tempo si figura. Avendo io dunque meco stesso spesse volte fermata per vera questa opinione, quindi è, ch’essendosi scoperto, nel gittare a terra quelle case, che nascondevano il destro lato del famoso Portico del Panteon, un gran pezzo di muraglia antica di mattoni larga nove palmi in circa, la quale lungo il sopradetto lato del Portico si distendeva, vennemi tosto il pensiero di rintracciar per quanto mi fusse stato possibile, di qual edifizio potesse essere avanzo quel muro posto in un sito si riguardevole, e si vicino ad una delle maraviglie di Roma; onde mi posi diligentenente a considerare la Fabbrica di Architettura, e la qualità di esso, per ritrarne almeno qualche barlume circa all’uso, al quale avesse potuto servire. Ma vana "sarebbe stata ogni mia diligenza, se da cosa piccolissima, e che poteva agevolmente trascurarsi, non mi fosse stata aperta la strada a più curiose speculazioni: imperoche comunque vi si scorgessero le vestigia di un arco, e di uno de’ pilastri, su quali egli era impostato; niente di meno poco, o nulla avrei potuto raccoglier da ciò senza la luce che mi hanno data alcuni gran mattoni, o vogliam dire tegole di terra cotta, i quali dalle ruine di esso muro si cavano a mano a mano, ed osservati da me nella Piazza, dove stavano in quantità ammontati, per la loro straordinaria grandezza, eccitarono la mia curiosità. Questi mattoni, siccome io argomento da uno di essi, che ne ho appresso di me intero, non erano d’alcuna delle tre grandezze, delle quali, per quello, che ne scrive Vitruvio erano soliti di servirsi i Greci nelle loro fabbriche, ma sibbene della misura di un’altro veduto ne’ suoi tempi dal Filandro della Vigna di Giovanni Mileti fuori della Porta Latina, il quale era largo per ogni verso due piedi, e un sesto, e grosso due e un terzo, con questa Iscrizione :