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ti dice, che Arcus Virginis initium habent sub Hortis Lucullianis, finiuntur in Campo Martio secundum frontem Septorum. Era l’edifizio dei Septi anticamente intorno a dove è oggi il Seminario Romano, siccome con argomenti molto probabili dimostra il Nardino già mentovato, dov’egli diffusamente stabilisce questa sua opinione contra quella del Donati, e degli altri Antiquarj, che gli hanno posti in diversi luoghi, come il Fulvio, ed il Biondo in Piazza Colonna, il Marliano, ed altri, vicino alla Fontana di Trevi. In prova di che allegando il sopradetto luogo di Frontino conferma la sua opinione col riscontro di quel pezzo di Acquedotto, che il Donati racconta essere stato scoperto nel cavare i fondamenti della Chiesa di S. Ignazio lungo la facciata di essa e da lui vien minutamente descritto, ed il Nardino dall’ampiezza della forma, che era di quattro palmi di larghezza, e di sette di altezza, e dagli ornamenti delle colonne scannellate, coi capitelli Corintj, del Cornicione di marmo, e degli sporti da collocarvi su statue inferisce questo non poter essere che l’Acquedotto dell’Acqua Vergine, ritrovando in esso per appunto la descrizione, che fa Plinio di questa fabbrica fatta da Agrippa nel tempo, che fu Edile. Da questo spiccandosi l’Acquedotto minore, del quale io parlo, verisimilmente tirando giù a diritto alla Piazza moderna della Rotonda, quivi per non ingombrare il Campo Marzo, uno de’ lati del quale terminavasi alla dirittura del Panthon, e per non togliere la vista di sì maraviglioso Edilizio, torcendo a sinistra, lungo la parte destra di esso dirittamente per la Piazza, che si chiama oggi della Minerva, si conduceva nelle Terme di Agrippa, delle quali è vestigio quella Anticaglia, che nella contrada detta volgarmente della Ciambella si vede incontro alla casa dei Cianti, ovvero per più breve cammino arrivava nelle istesse Terme, mettendo in quella parte di esse, che a mio parere ne rimane in piedi in quei grandi archi, che pure oggi si veggono dietro la Chiesa della Rotonda in un magazzino di legnami, e nelle case vicine, nel sito appunto dove, se crediamo al Fulvio, si vedevano a’ suoi tempi: grandi vestigia delle Terme di Agrippa ap-