Pagina:Roma sotterranea cristiana.djvu/17

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10 la roma sotterranea cristiana

dovett’essere trasferito in cotesta chiesetta sopra terra: qui dunque anche gli avelli dei nobili parenti di lei. Se non che le barbare devastazioni già sofferte dal sacro luogo, lo scompaginamento e corrosione dei sarcofagi, e la dispersione degli epitaffi infranti e smarriti, chiunque avrebbero sgomentato a cercarvi la istoria che si voleva. Non si perde però d’animo il de Rossi. A lui bastano anche pochi framenti, per divinare con la portentosa sua erudizione i genuini fatti e la storia dei muti abitatori della sotterranea Roma. E in verità, raccoglie que’ miserabili avanzi di sarcofagi, precipitati nel sotterraneo, e pochi altri frantumi d’iscrizioni che riesce a trovare scavando dentro e fuori della Basilica; li ricompone pazientemente, e vi scuopre ripetuti i nomi di Aurelii, di Tiziani e di Marcelline: tutti nomi proprii e veri della prosapia Ambrosiana. Ond’è, se a tutto questo si aggiunga il poliandro sepolcro di vari Aurelii ivi pure dissepolto dalle ruine, non sarebb’egli singolare leggerezza, per non dir peggio, il non voler credere che quivi furono i patrii sepolcri di Aurelio Ambrogio, arcivescovo di Milano, e della sorella Marcellina?

Delucidati con una critica ed erudizione senza pari i punti più oscuri intorno alla vera martire, s. Sotere, da cui prende nome la sotterranea necropoli; e dimostrato con piena evidenza esser dessa la illustre martire e vergine romana di sangue consolare, e congiunta di parentela al grande vescovo Ambrogio di Milano, passa (cap. V) il ch.mo Autore a narrare storicamente il culto solenne che, dal tramonto del secolo IV al IX (in cui il venerato ipogeo della martire cadde in oblio) ebbe non interrottamente s. Sotere dai visitatori paesani e stranieri. Indi scende nel sottoposto Ipogeo; e prendendo quasi a mano il lettore (tanta è la chiarezza della descrizione ch’ei ne fa topografica!) lo conduce al vero sito ove fu deposta l’inclita Vergine appena che ricevuta ebbe la gloriosa palma del martirio. Passa la 1.a la 2.a e 3.a cripta, le quali, misere e disadorne, non poteano certo aver accolte le spoglie mortali dell’illustre martire di stirpe consolare: e giunge a un punto, ove per grande frana l’ambulacro ne resta interrotto e chiuso. Egli però non indietreggia: fa sgombrare le ammassate macerie; ed ecco all’aperto il luogo del desiato sepolcro in una cripta absidata. Che se l’ignobilità del luogo sembrerebbe stare in opposizione con la nobiltà dell’illustre Deposta, non lo è, se si rifletta che non andarono molti anni dal suo martirio, che trasferita venne, come prova il ch.mo Autore, dal sotterraneo alla Basilichetta sopra terra, costruitavi nel quarto secolo, e però quasi contemporaneamente al martirio della santa Vergine medesima: donde avvenne