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la roma sotterranea cristiana 53

Gregorio magno tentò sopprimere cotesto mercato di sepolcri; ma dopo la sua morte, tornò l’antiqua consuetudo, rimanendo privilegio ai soli Pontefici raccordare la tomba gratuita nelle basiliche.

Addita poi il posto designato ai sepolcri nelle basiliche lunghesso le colonne; talmente che «la serie delle colonne serviva a definire il sito dei sepolcri».

Analizzata così la natura, la struttura, i sepolcri, le costumanze funeraticie e le amministrazioni dei cimiteri cristiani sotterra ed all’aperto cielo, massime in Roma, raccoglie da un accurato e critico esame, i dati cronologici. I quali, raffrontando quelli già avuti dall’esplorato cimitero sotterraneo callistiano con la cronologia del sepolcreto all’aperto cielo, gli suggeriscono gli estremi limiti cronologici di esistenza e di uso di tutta la duplice vasta Callistiana necropoli. E come non v’ha fonte più sicura ad attingere le date dei tempi e delle epoche, che l’epigrafia; allo studio delle due mila e più iscrizioni da lui rinvenute nella grande necropoli e delle altre circa quattrocento già conosciute, tutto intende l’animo suo. Quindi, separate con savio avvedimento quelle che, estranee al cimitero, erano quivi fortuitamente da altrove venute, interroga quelle decisamente locali; e dalle loro date consolari, che stanno tra l’anno 337 e l’anno 565, logicamente conchiude che l’uso del cimitero all’aperto cielo durò dalla prima metà del secolo IV all’ultima del secolo VI. Però egli non si contenta trarlo dalle nude date cronologiche, ma lo prova per altre ragioni che gli epitaffi medesimi gli suggeriscono, come: la lingua, la nomenclatura, le formule, lo stile, i simboli e simili. E confrontando la costante lingua latina, o greco-latina, nella epigrafia del cimitero superiore con l’uso alternativo della schietta latina e greca nella epigrafia sotterranea; trova in quella la nomenclatura spogliata del nome gentilizio; mentre frequenti i gentilizi le tria nomina, nella sotterranea: l’hic requiescit, con la data della vita e della morte (stile freddo, storico, ampolloso) comparisce sulle lapidi del cimitero sopra terra, in luogo del semplice e dolce laconismo delle sotterranee iscrizioni: le antiche acclamazioni pietose, cambiate in lodi rettoriche: il mistico pesce, l’ancora ecc., simboli che accompagnavano la sotterranea epigrafia, spariti nella superficiale: il primitivo monogramma di Cristo (dissimulato o patente) segnato su i sotterranei sepolcri, ridotto, adagio adagio, su gli avelli del cimitero all’aperto cielo, alla semplice ed aperta croce. Da questo confronto, trae giustamente il ch. de Rossi nuovo argomento a confermare che la esistenza del cimitero, di cui ragioniamo sulla superficie del suolo,