Pagina:Rosa Luxemburg - Lo sciopero generale il partito e i sindacati.djvu/13

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chè i rappresentanti dello Stato contano molto, e persino esclusivamente, sulla potenza effettiva del proletariato organizzato e sulla potenza materiale delle baionette e dallo specchietto comparativo di queste due cifre, continuano tranquillamente a cavare questa conclusione: — Il movimento operaio rivoluzionario è prodotto da individui agitatori ed istigatori; dunque, nelle carceri e nelle baionette noi abbiamo un mezzo sufficente per renderci padroni di questi «fatti spiacevoli».

La classe operaia cosciente della Germania da lungo tempo ha afferrato lo spirito di questa teoria poliziesca, secondo la quale ogni movimento operaio moderno sarebbe il prodotto artificiale ed arbitrario d’un pugno di «agitatori ed istigatori» senza coscienza.

Ma si manifesta la stessa concezione, quando due o tre bravi compagni si costituiscono in drappello di guardie notturne per mettere in guardia la classe operaia contro le manovre pericolose di alcuni «rivoluzionari romantici» e contro la loro «propaganda per lo sciopero generale»; oppure quando, dalla parte opposta, si muove una lacrimosa campagna d’indignazione da coloro, i quali si credono — per non so quali accordi «segreti» fra la Direzione del Partito ed il Comitato generale dei Sindacati — defraudati di uno scoppio dello sciopero generale in Germania.

V.

Se dipendesse dalla «propaganda» incendiaria dei rivoluzionari romantici e dalle decisioni segrete e pubbliche dei Comitati direttivi, non avremmo avuto sin qui un solo sciopero generale in Russia. Non vi è alcun paese, nel quale, come in Russia, si sia così poco pensato a «propagandare» o persino a «discutere» lo sciopero generale.

Ed i pochi esempî isolati di decisioni e di accordi della Direzione del Partito Socialista in Russia, tendenti a proclamare direttamente lo sciopero generale — come il tentativo nell’agosto 1905 dopo lo scioglimento della Duma — dànno quasi tutti un resultato infelice. Se la Rivoluzione russa c’insegna dunque qualcosa, è anzitutto che lo sciopero generale non si «fa artificiosamente, nè si «decide» o si «propaga» nell’azzurro, ma che è un fenomeno storico il quale si produce ad un dato momento, per una necessità storica derivante dalle condizioni sociali. Il problema dunque può essere esaminato e discusso non con speculazioni astratte sulla possibilità o sulla impossibilità, sul vantaggio o sul danno dello sciopero generale, ma con lo studio dei momenti e delle condizioni sociali, durante le quali lo sciopero generale sorge nella fase attuale della lotta di