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classe; in altri termini, non con il giudizio soggettivo dello sciopero generale in quanto sia o non sia desiderabile, una con l’esame obbiettivo delle origini dello sciopero generale, nel quadro delle necessità storiche. Nell’azzurro dell’analisi logica astratta, si può dimostrare tanto l’assoluta necessità e la sconfitta certa dello sciopero generale, quanto la sua piena possibilità e la sua vittoria sicura. Il valore della dimostrazione è così lo stesso nei due casi: ossia nullo. Il timore manifestato davanti la «propaganda» per lo sciopero generale ed espresso persino con la scomunica formale dei pretesi colpevoli di tanto delitto, non è nient’altro che il risultato di un ridicolo malinteso. È tanto impossibile di «propagare» lo sciopero generale come mezzo astratto di lotta, quanto è impossibile di «propagare» la rivoluzione.
Rivoluzione e sciopero generale: forme esteriori della lotta di classe, idee, le quali hanno senso e contenuto soltanto in relazione a situazioni politiche ben determinate.
Se qualcuno si proponesse di fare dello sciopero generale come forma di azione proletaria, il soggetto di un’agitazione in piena regola e portasse a spasso d’«idea per guadagnare poco a poco ad essa la classe operaia, si darebbe un’occupazione oziosa ed anche così vana ed insipida, come quella d’uno, il quale volesse fare argomento di una speciale agitazione l’idea della Rivoluzione o delle barricate. Se lo sciopero generale è divenuto oggi il centro dei vivo interesse della classe operaia, gli è che esso rappresenta una nuova forma di lotta e, come tale, il sintomo certo di un profondo cambiamento interno nei rapporti delle classi e nelle condizioni della lotta di classe. Se la massa dei proletari tedeschi — nonostante l’ostinata resistenza dei suoi dirigenti sindacali — si dedica con un interesse così ardente a questo nuovo problema, ciò testimonia del suo istinto rivoluzionario e della sua vivace intelligenza. Ma a questo interesse, a questa nobile sete intellettuale, a questo slancio verso l’azione rivoluzionaria non si risponderà con una dissertazione, dovuta ad una ginnastica cerebrale astratta, sulla possibilità o sull’impossibilità dello sciopero generale; si risponderà invece spiegando la marcia della Rivoluzione russa, la sua importanza internazionale, l’acuirsi dei conflitti di classe nell’Europa occidentale, le nuove prospettive politiche della dotta di classe in Germania, il compito e i doveri della massa nelle lotte future. Soltanto sotto questa forma, la discussione sullo sciopero generale condurrà ad allargare l’orizzonte intellettuale del proletariato, ad aguzzare la sua coscienza di classe, ad approfondire le sue idee ed a fortificare la sua energia per l’azione.