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comune e discussioni tempestose condussero all’elaborazione di quella «Carta proletaria della libertà civile», per la quale il 5-22 gennaio, 200.000 operai, condotti dal prete Gapon, sfilarono davanti il palazzo dello czar. In una settimana, il conflitto dei due operai licenziati dai cantieri di Putilov si è trasformato in prologo della più grande rivoluzione dei tempi moderni.

VIII.

Sono conosciuti i successivi avvenimenti. Il massacro di Pietrogrado provocava, in gennaio e febbraio, in tutti i centri industriali e nelle città della Russia, della Polonia, della Lituania, delle provincie baltiche, del Caucaso, della Siberia, scioperi generali giganteschi. Ma se si guarda più da vicino, si vede che allora gli scioperi generali avvengono sotto altre forme, che nel periodo precedente. Questa volta, dappertutto le organizzazioni socialiste ne presero l’iniziativa, dappertutto la solidarietà rivoluzionaria con il proletariato di Pietrogrado fu affermata espressamente come motivo e come scopo dello sciopero generale; dappertutto si ebbero subito manifestazioni e conflitti con la truppa.

Eppure, neppur là fu questione di piani preparati o di azione organizzata, poichè gli appelli dei partiti giungevano appena ad andare di pari passo con i sollevamenti spontanei della massa; appena i dirigenti avevano il tempo di esprimere la parola d’ordine alla folla proletaria, che si precipitava in avanti.

Altra differenza: gli scioperi generali precedenti avevano la loro origine nel concorso di lotte diverse per i salari, le quali nella tendenza generale della situazione rivoluzionaria e sotto l’impulso dell’agitazione dei socialisti, diventavano presto manifestazioni politiche; l’elemento economico e l’azione sindacale erano il punto di partenza, la azione combinata di classe e la direzione politica diventavano il risultato finale. Adesso invece, avveniva il contrario. Gli scioperi generali del gennaio e febbraio scoppiarono prima come azione rivoluzionaria unita, sotto la direzione della socialdemocrazia; ma quest’agitazione si ruppe ben presto in una infinità di scioperi locali, frazionati, economici, in diverse regioni, città, mestieri, officine. Durante tutta la primavera del 1905 e sino all’autunno fermentò nel gigantesco impero una lotta economica infaticabile di tutto il proletariato contro il capitale; lotta che guadagnò in alto le professioni liberali e piccolo-borghesi, impiegati di commercio e di banca, ingegneri, attori, artisti, e penetrò in basso fino alle genti di servizio, sino agli strati del pro-