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Gli scioperi della primavera 1905 furono vittoriosi quasi dappertutto. Come esempio di una enorme collezione di fatti, citiamo gli scioperi importanti di Varsavia, diretti dalla social-democrazia: nei 22 più grandi stabilimenti metallurgici, gli operai conquistarono, con uno sciopero di cinque settimane, la giornata di 9 ore ed un aumento di salario dal 15 al 25 %. Nelle 10 officine dell’industria del legno, gli operai conquistarono la giornata di 8 ore ed un aumento di salario. Tutta l’industria edilizia cominciò lo sciopero il 27 febbraio, chiese, secondo la parola d’ordine data dalla social-democrazia, la giornata di 8 ore, e l’11 marzo otteneva la giornata di 9 ore, l’aumento di salario per tutte le categorie, il pagamento regolare del salario ogni settimana. I pittori, i carradori, i sellai, i fabbri, conquistarono in comune la giornata di 8 ore senza riduzione di salario. Le officine dei telefoni scioperarono dieci giorni ed ottennero le 8 ore e dal 10 al 15%, d’aumento del salario. I 10.000 operai della officina tessile Hielle e Dietrich conquistarono, dopo una settimana di sciopero, la riduzione di un’ora della giornata di lavoro ed un aumento di salario dal 5 al 10%. E si constatano eguali risultati in tutte le altre industrie della Polonia.

Nella Russia, la giornata di otto ore fu conquistata da parecchie categorie a Baku, Kiev, Samara, Vladivostock, Bodrorijsk, Tifiis, Moroscov; di otto ore e mezzo ad Orel e nel porto di Pietrogrado: di nove ore in tutte le officine ferroviarie; in parecchi arsenali dello Stato, in diverse industrie a Berdjansk, Poltava, Minsk, Nicolaiew; di dieci ore in numerose località da categorie diverse.

Gli aumenti di salario sono in generale meno considerevoli che la riduzione della giornata delle ore di lavoro; ma pur sempre importanti; così, a Varsavia, le officine municipali stabilirono un aumento del 15%: a Ivanovo-Vosnesenske, centro d’industria tessile, dal 7 al 15 %; a Kovno, il 75% per cento della popolazione operaia ebbe aumenti di salario. Un minimo fisso di salario fu introdotto nelle panetterie di Odessa, nei cantieri marittimi della Neva a Pietrogrado, ecc.

Le concessioni furono ritirate più di una volta, o qua o là. Ma ciò fu occasione di nuove lotte di rivincita, più accanite ancora, e così il periodo di scioperi del 1905 diventò a sua volta il prologo di una serie indefinita di lotte economiche sempre più estese. Nei periodi di calma apparente della Rivoluzione, quando i telegrammi non portavano alcuna notizia clamorosa della guerra interna della Russia ed il lettore dell’Europa occidentale gettava via disilluso il suo giornale, mormorando che «non succede niente