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in Russia», realmente in tutte le profondità dell’impero, giorno per giorno, ora per ora, continuava il grande lavoro sotterraneo della Rivoluzione.
Quel che è di più prezioso perchè permanente in questo flusso e riflusso della marea rivoluzionaria, la intellettualità della classe operaia si sviluppa rapidamente, e tale sviluppo d'intelligenza e di civiltà nel proletariato dà una garanzia infrangibile del suo ulteriore progresso nella lotta, sia economica, sia politica.
Non solo: gli stessi rapporti fra operai e padroni sono rovesciati; dopo gli scioperi del 1905 il principio del capitalista «padrone nella sua officina» è soppresso di fatto. Nelle più grandi officine di tutti i centri importanti è sorta, quasi spontaneamente, l’istituzione dei Comitati Operai, con i quali soltanto deve trattare il padrone e che decidono di tutti i conflitti.
Ed infine, anco di più: gli scioperi in apparenza caotici e l’azione rivoluzionaria « disorganizzata » del periodo successivo allo sciopero generale del gennaio, diventano il punto di partenza di un febbrile lavoro di organizzazione. La signora storia ride sul naso agli uomini delle formule burocratiche, i quali montano severamente la guardia alle porte della prosperità dei sindacati tedeschi. Le organizzazioni, che in Germania dovrebbero essere edificate in precedenza, come condizione indispensabile ad un tentativo eventuale di un eventuale sciopero, in Russia, al contrario, sono precisamente sorte dallo sciopero generale! E mentre i guardiani dei sindacati tedeschi hanno anzitutto paura che in un turbine rivoluzionario queste organizzazioni possano andare in pezzi, come porcellane preziose, la Rivoluzione russa ci mostra uno spettacolo opposto; dalla tormenta e dall’uragano, dalle fiamme e dal fuoco, dagli scioperi generali, dalle battaglie nelle vie, quel che emerge — come Venere dalla schiuma del mare — freschi, giovani forti, contenti della vita, sono... i sindacati!