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Se adunque si scarti dal patto sociale ciò che non è della sua essenza, lo si vedrà ristretto in questi termini: «Ciascuno di noi mette in comune la propria persona, ed ogni suo potere sotto la suprema direzione della volontà generale; e noi riceviamo ancora ciaschedun membro come parte indivisibile del tutto.»

Quest’atto di associazione, invece della persona particolare di ciaschedun contraente, produce in un tratto un corpo morale e collettivo, composto di tanti membri quante ha voci l’assemblea, il qual corpo riceve da quest’atto medesimo la sua unità, il suo io comune, la sua vita e la sua volontà. Questa persona pubblica che formasi per via dell’unione di tutti gli altri, prendeva una volta il nome di città, ed ora appellasi repubblica o corpo politico detto da suoi membri stato quando è passivo, sovrano quando è attivo, potenza se venga comparato a suoi simili. Riguardo agli associati, questi prendono collettivamente il nome di popolo, nomansi in particolare cittadini come partecipi dell’autorità, e sudditi perchè sottomessi alle leggi