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all’amore gli si aggiunse la gelosia, non potè più resistere, ordinò che attaccassero per andare a Castelguelfo, e adesso che si era risolto, dopo tanto aspettare, aveva l’ansia, la febbre di far presto, e montato a cassetta spingeva i cavalli al trotto, e gli pareva come di rinascere e ritornava a sentirsi contento e consolato.

Andrea respirava con gioia quell’aria fine, che gli sfiorava la faccia. Il lago era più limpido, il cielo più sereno, e più ridenti gli parevano i vivi colori della collina, sparsa di ulivi e verdeggiante di vigneti.

I cavalli erano affaticati e spumanti, ma Andrea, impaziente, li stimolava di continuo; e quando gli apparve la villa, alta sulla roccia, e tutta bianca nel barbaglio vivido del sole; e quando, infine, rivide il picco della quercia che sporgeva cupo, simile a un gigante imbronciato, fra l’allegra nitidezza delle onde crespe, il cuore gli battè forte forte, esultando, come s’egli ritornasse allora, in mezzo agli affetti suoi, dopo un viaggio lontano e increscioso.