Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu/133

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In quel momento egli aveva obliato rimorsi e dolori. La figuretta mesta e soave della povera Adele era dileguata dal suo cuore; l’immagine minacciosa di Francesco Parabiano era scomparsa dalla sua mente. Egli aveva dimenticato anche tutto ciò che la Baby stessa gli aveva fatto soffrire; e nella mente, nel cuore, nel sangue non aveva più che un pensiero, una gioia, una febbre: rivederla!

Entrò nel cancello della villa e fece tutto il largo e ripido viale del giardino spingendo i cavalli sempre al trotto, ma quando fu presso alla casa tutta quella grande contentezza svanì quasi per incanto, e si sentì sopraffatto dal pentimento e dalla vergogna.

Perchè mai aveva ceduto all’impeto del cuore?... Perchè mai si era mosso da Oriano?...

Passando con la carrozza presso le finestre della sala terrena, aveva udito la voce della Baby che cantava al pianoforte; e sparsi nel prato aveva veduto i mallets e le palle del croquet; segno evidente che il Damonte e Scipio Spinola erano arrivati prestissimo: prima del solito.