Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu/191

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tiranni minimi 191


mentre andavano a lavorare: era una seccatura e un perditempo. Invece la tenevano chiusa in casa, senz’altra compagnia all’infuori di un gattaccio nero e di una gallina vecchia.

Gli spaccalegna abitavano una specie di tana: due buche basse, l’una dietro l’altra, colle pareti annerite dal fumo e dall’umido. Nella prima, un gran tavolone roso da’ tarli, e tutt’intorno una panca sgangherata, serviva di desco; nella stanzaccia appresso dormiva la famiglia; uomini, donne, e il ciuco insieme. Lì non c’era nemmeno una finestra; ma l’aria e la luce penetravano dagli spacchi del tetto e delle pareti. Sullo sterrato del suolo colava il sudiciume della bestia insieme con quello de’ cristiani e spandeva entro il misero tugurio un fetore malsano.

La bimba abbandonata rufolava l’intero giorno in quel sudiciume. Essa teneva stretta fra le manine grasse un pezzo di polenta nera che biascicava di mala voglia. La gallina, cheta, silenziosa, veniva di tratto in tratto a beccargliela furtivamente, e poi subito scappava via strillan-