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atto terzo 125

d’esser qui trafitto accanto a Cesare, e per mano di voi, fiore dei generosi di questa età.

Br. Antonio, non richiederci di morte, non riputarne uomini da macelli, non giudicare dalle insanguinate nostre mani gli animi nostri. Fu la pietà dell’ingiuria pubblica che ci mosse ad uccidere Cesare; e come fiamma attenua il chiaror d’altra fiamma, la compassione spense in noi un’altra compassione. Per te, Antonio, non è minaccia; in te non è colpa; e le nostre destre, pure di fraudi, t’accolgono fraternamente.

Cass. La tua voce sarà valida quanto quella d’ogni altro Romano nelle prossime elezioni.

Br. E piacciati attendere sinchè sedata abbiam la folla che tumultua, e allora t’esporremo la cagione per cui m’indussi a voler Cesare morto, io che tanto lo amava.

Ant. M’è nota la vostra saggezza; datemi quindi la mano. Tu prima, Bruto; e tu poscia, terribile Cassio; e infine voi tutti, cittadini nobili e generosi. — Oimè! che dirovvi io ora? Il nome mio posa sovra sì lubrica base, che a voi sembrar deggio o pusillanime, o adulatore? Adulatore? oh! tu, Cesare, ben sai s’io veracemente t’amava? e se l’anima tua ora ne riguarda, quanto crudelmente afflitta non sarà di vedere Antonio in pacifico crocchio coi tuoi uccisori? Illustre, illustre uomo, indomabile eroe, dovevi tu sì presto disertar la terra? Ah! se tanti occhi avessi, quante ferite ti furono inflitte; se tante lagrime versassi, quante stille di sangue hai sparse; non ancora scontar potrei il debito dell’amicizia che m’univa a te! E invece... oh orrore! io stommi coi tuoi nemici; stommi in tranquillo consorzio con chi ti svenò. Perdonamelo, Cesare; anima immortale, me lo perdona. Qui fosti aggredito come il lione della foresta... qui soccombesti... qui i tuoi vincitori si tinsero del tuo sangue, s’abbellirono delle tue spoglie. — O mondo! tu fosti suo dominio; e in lui avevi il tuo più nobile abitatore!

Cass. Antonio...!

Ant. Obblia i miei detti, Cassio; i nemici di Cesare ne diran forse di più; l’elogio mio fu ben modesto in un amico.

Cass. Non ti danno per le lodi che prodigasti a Cesare; ma con qual trattato vuoi unirti con noi? Dovremo annoverarti fra gli amici nostri, o seguir la nostra via, non avendo riguardo a te?

Ant. Abbiatemi per vostro amico, vel dissi, per amico vostro schietto; che tale sarovvi, sperando che possiate giustificarvi di questa morte.

Br. Oh! altrimenti sarebbe stata infernale uccisione. Ma i