Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/137

Da Wikisource.
126 giulio cesare

motivi nostri eran sì puri, che quand’anche tu fossi figlio di Cesare, dovresti esserne pago.

Ant. È quanto desidero; e, aspettando ciò, vi chieggo che mi sia lecito di presentare il suo cadavere sulla pubblica piazza, e recitarne l’elogio funebre, come ad amico si addice.

Br. Lo potrai fare, Antonio.

Cass. (a Bruto a parte) Bruto, che mai consenti? Non far che Antonio parli al popolo: troppo il commuoverà con istudiata concione.

Br. Non temere... sarò primo a tuonar dalla tribuna. Di là esporrò la cagione della morte di Cesare, e farò noto a Roma, che tutto ciò che dirà Antonio il dirà col consenso nostro; e che nostro volere è s’accordino a Cesare tutti gli onori che concede la legge.

Cass. Temo non pertanto che ciò possa nuocerne.

Br. Avvicinati, Antonio, e disponi a senno tuo del corpo di Cesare; apprestati a proferire sopra di esso tutte le lodi che vorrai; ma bada con gran cura a non biasmarne.

Ant. Di meglio non chieggo.

Br. Adatta dunque il corpo per l’esequie, e ci segui.

(escono tutti, tranne Antonio)

Ant. O tu, volume di argilla sanguinosa, perdonami se mansueto mi mostro con questi carnefici! Tu sei il frale del maggior uomo che mai apportassero i flutti delle generazioni! Vitupéro alla mano che sparse sì nobile sangue! vitupéro e maledizione su chi fece queste ferite, che come altrettante bocche derelitte di voce implorano il soccorso mio, per bandire al mondo questa tremenda predizione...! Flagelli indomati infieriranno sulla razza degli uomini; intestine discordie, sanguinose guerre civili semineranno di ruine questa misera Italia; sangue, distruzione, carnificina, morte, e tutte l’altre orride cose diverran sì familiari, che le madri non potran più che sorridere vedendo le cervella dei lattanti loro sfracellate contro le muraglie. Ogni pietà sarà allora spenta dall’abito delle azioni atroci; e lo spirito di Cesare, errante per ottener vendetta, trarrà al suo fianco le ardenti Furie uscite d’Inferno, e con voce sovrana intronerà queste regioni colla nefanda parola: Distruzione! distruzione! Allora avventerannosi i leoni in fiere pugne; allora tutte le potenze malefiche di natura avran regno; e una nube contagiosa, esalata degl’insepolti corpi di cui sarà gremita la terra, monterà al cielo per attestarvi l’orrore di quest’empia opera (entra un Ufficiale). — Tu servi Ottavio Cesare, se non erro?