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130 giulio cesare


Citt. Notaste quelle parole: Tre volte rifiutò la corona? Dunque non era ambizioso.

Citt. Se ciò è, ne pagheranno il fio i suoi uccisori.

Citt. (additando Antonio) Anima virtuosa! a forza di piangere i suoi occhi son rossi come le bragie.

Citt. Non v’è in Roma cittadino più nobile di Antonio.

Citt. Ma udiamolo; ei torna a dire.

Ant. Ieri ancora le parole di Cesare risuonavano pel mondo ed oggi eccolo giacente al suolo, senza che uom, qual sia più povero, s’inchini innanzi a lui! O cittadini, se in me fosse talento invido e sedizioso, potrei nuocere a Bruto e a’ suoi, spingendovi alla rivolta. Ma questo in me non è; e sopporterò prima che a voi e a me e all’estinto venga fatto oltraggio, anzichè indurvi ad insorgere contr’uomini di tanto onore. — Ma ecco un foglio che porta il suggello di Cesare, e ch’io rinvenni nella sua stanza. È il suo testamento. Oh! i Comizii adunati intendano questi suoi ultimi voti, che, mi perdonate, non posso ora farvi palesi... e correranno tutti a baciar le piaghe di Cesare, ad asciugare ogni stilla del sacro suo sangue, ad implorare uno de’ suoi capelli; qual pegno di memoria che tramanderanno di generazione in generazione, fino alla più rimota posterità.

Citt. Esponine il testamento; leggilo senza più, Marco Antonio.

Tutti i Citt. IL testamento, il testamento! udiamo l’ultima volontà di Cesare.

Ant. Moderatevi, nobili amici; non è debito ch’io il legga. Intempestivo sarebbe ora il farvi noto quanto Cesare v’amò. I vostri cuori non sono di ferro, non sono di marmo; son cuori di uomini: ed uomini essendo, diverreste furiosi, se vi leggessi gli estremi voleri di Cesare, se vi dicessi com’ei vi facea suoi successori...

Citt. Leggete il testamento; leggetelo, Antonio: vogliamo udire il testamento di Cesare.

Ant. Non vorrete usar moderazione? non vorrete indugiare qualche altro tempo! Ah! che troppo già dissi, oimè! e troppo temo aver già nociuto agli uomini onesti che pugnalarono Cesare.

Citt. Coloro uomini onesti? Son traditori

Tutti i Citt. Il testamento! il testamento!

Citt. Furono scellerati assassini! leggete il testamento!

Ant. Obbligarmi dunque volete a quest’atto periglioso? Ebbene, segnate un circolo intorno al corpo di Cesare, e fate ch’io vegga l’autore di quest’ultima volontà. — Scenderò ora io? Me ne darete licenza?