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186 | giulietta e romeo |
i messaggi dell’amore dovrebbero esser portati dal solo pensiero, che dicesi traversare gli spazi diecimila volte più celere di quello che i raggi del sole fughino le ombre della terra. Senza dubbio è perciò che gli antichi apprestarono l’ali all’Amore, e aggiogarono al suo carro le nobili colombe. — Il sole, montato al più alto vertice di suo corso, mi ammonisce che tre ore sono passate da che la nutrice partì. Non l’avesse ella trovato? Ah! se l’ardore della giovinezza le scorresse per le vene, se le passioni della giovinezza le scaldassero il petto, certa sono che trovato l’avrebbe, e sarebbe già ritornata; ma la vecchiaia è languida, è sconsolata d’ogni affetto; e rende inerti quelli su di cui s’aggrava come mole di piombo, (entrano la Nutr. e Pietro) — Oh gioia! eccola di ritorno. Oh mia cara nutrice! quali novelle...? il trovaste? Licenziate il domestico.
Nutr. Pietro, ritirati. (Pietro esce)
Giul. Ebbene, mia buona nutrice, mia madre di latte... Oh Dio! perchè sì mesta? Se triste novelle mi apporti, fa di annunziarmele con volto sereno; se liete, non ne intorbidar così la dolcezza.
Nutr. Non posso più; lasciatemi riposare un istante. Ahi, ahi le mie ossa! oh che corsa ho dovuto fare!
Giul. Vorrei che aveste la mia gioventù, ed io le vostre novelle. Ah! per pietà, parlate, buona nutrice, parlate.
Nutr. Che impeti! non potete aspettare un istante? non vedete che sono trafelata?
Giul. E perchè sperdere il fiato, che ti avanza, dicendomi che più non ne hai? La scusa che mi porgi, richiede maggior lena delle novelle che hai ad annunziarmi. Oh! dimmi: arrechi buone o cattive novelle? Di’ solo questo, e aspetterò paziente.
Nutr. (con ironia) Ebbene, vi dirò che faceste una scelta da idiota... che mal sapete ritrovar gli amanti... che quel Romeo non è uomo per voi, sebbene il suo volto sia il più bello ch’io mai vedessi; sebbene le sue gambe superino le gambe d’ogni altr’uomo; sebbene la sua mano, il suo piede, il suo corpo... tutto infine passi ogni comparazione. Ma forsechè con tutto questo è poi poco gentile? Affè di Dio, che mai non vidi più dolce agnello. Va, va, figliuola, e continua in questa guisa a servir bene Iddio. — Ma avreste già pranzato?
Giul. No no; ma tutto quello che m’avete detto lo sapeva. Che vi disse del nostro matrimonio? che ve ne disse?
Nutr. Ah mio Dio, che dolor di testa! che povera testa ho io mai! Sento che le arterie mi battono, come se volessero scop-