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212 giulietta e romeo

oimè!... oimè! non è conforme al vero, dico, che troppo presto risvegliata in quei luoghi, fra i gemiti dei trapassati, vi perdessi la ragione?..... E se mi sveglio, non sarò in delirio?..... Ahi! ove, turbata da tante orride visioni, andassi allora frenetica ad insultare agli avanzi de’ miei maggiori, a strappar Tebaldo dal suo lenzuolo, e, cieca per demenza, m’armassi d’un cranio dei miei padri per frantumarmene il capo..... Oh! oh!..... che vedo?... Parmi di mirar l’ombra di Tebaldo, che insegue minaccioso il suo uccisore Romeo!... Fermati, Tebaldo, fermati! Romeo, ristarti un istante! Vedi: è liquor di morte; e il berrò solo per te...     (cade spossata sul letto)


SCENA IV.

La sala dei Capuleti.

Entrano donna Capuleto, la Nutrice, e una fante.

Don. Cap. Nutrice, prendi queste chiavi, e cerca le droghe.

Nut. E’ chieggono dattili, non cotogni, dal pasticciere.

(entra Capuleto)

Cap. Su, su; che tutti si sveglino: il gallo ha cantato due volte; la campana del coprifuoco ha squillato i tre tocchi. — Buona Angelica, attendete a ben cucinar le vivande; e ve ne siano d’ogni maniera.

Nut. (ad Angelica) Ite, ite, sgualdrinella; obbedite al messere: e voi (a Capuleto), signore, coricatevi almeno per pochi minuti; chè, nol facendo, dimani non vi reggerete in piedi.

Cap. No, no; vegliai per minori bisogne senza sentirne disagio.

Don. Cap. Oh! si sa troppo che aveste bel tempo ai vostri dì; ma vi sorveglierò bene perchè tali veglie più non accadano.

(escono donna Capuleto e la Nutrice)

Cap. Va, va, chè un bel cappuccio ti fa velo agli occhi. — Ebbene come vanno le cose?

(entrano parecchi domestici con ispiedi, tafferie e brocche)

Dom. Il cuoco, sere, dimanda, dimanda... ma non so che dimandi.

Cap. Tu hai le idee molto lucide: affrettati, perchè avranno bisogno di te. (il 1° domestico esce) Olà! trova stoviglie migliori: Pietro t’indicherà ove sono.