Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/226

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atto quarto 215

amarla, se ancora ignorate che la sposa felice non è quella che lungo tempo vive sotto il giogo maritale, ma colei che giovine e pura s’invola ai terreni abbracciamenti per ire a godere delle gioie celesti. Tergete perciò quelle lagrime; spargete un nembo di fiori su questo bel corpo, e fatela portare al tempio adorna dei suoi più splendidi gioielli. Se in coteste sventure la natura tenera e debole ne comanda le lagrime, la ragione meglio veggente sorride ai pianti della natura.

Cap. Le pompe nuziali mutano a squallide gramaglie; i lieti concenti a funebri squilli; il banchetto di nozze a cerimonia di esequie; e ai nostri inni di gioia succedono canti di cordoglio, e miseri gemiti, e interminato dolore.

Fr. Allontanatevi, signore; e voi pure, madonna; e voi ancora, Paride, andate con essi. Tutti gli altri s’apprestino a seguire questo bel corpo alla tomba. Il Cielo per qualche peccato vibrò su di voi uno sguardo di collera: nol provocate di più resistendo ai suoi voleri.     (escono Capuleto, donna Capuleto, Paride e il Frate; e si avanzano i musici e la Nutrice)

Mus. In fede, possiam rimetterci in tasca le zampogne, ed ircene.

Nutr. Buona gente, andate, andate, chè ben vedeste il lagrimevole caso.     (esce)

Mus. Sì, per verità, ma è caso che può avere ammenda.

(entra Pietro)

Piet. Musici! musici! intuonate Il cuor mi danza. Ve ne prego, se volete rendermi in vita, intuonate Il cuor mi danza.

Mus. Di che cuore vai tu parlando?

Piet. Ah! è perchè mi sento le viscere armonizzate nel triste concento Ho il cuor pieno d’affanni. Onde, ve ne scongiuro, suonate per francheggiarmi.

Mus. Non una nota, perchè questo non n’è il tempo.

Piet. Non volete sonare?

Mus. No.

Piet. Allora ve le darò sonanti.

Mus. Che cosa ne darai?

Piet. Non monete, ma note le più sonore che mai ferissero orecchi d’uomini.

Mus. Per cui ti saluterò.

Piet. Ed io vi batterò della spada sul cranio, e noterò tali crome da farvi inetti per sempre al mi, fa.

Mus. Ti prego, riponi quel ferro, e metti fuori piuttosto il tuo spirito.