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ambiziosi puniti, delle sue donne infelici; e così pervenne a legare con finzioni analoghe le realità del passato alle realità dell’avvenire.


POETI E SCRITTORI CONTEMPORANEI

DI SHAKSPEARE.

Il governo di Giacomo I ebbe per suoi confini il ferro, che lo spaventò sin dal ventre materno, e il ferro che fece morire, ma non tremare il figlio di lui. Il suo regno separò il palco ferale di Fotheringay da quello di Withe-Hall; spazio oscuro, durante il quale si spensero Bacone e Shakspeare.

Questi due illustri contemporanei si trovarono fra loro sul suolo medesimo. Già si accennò agli stranieri che furono compagni ad essi di gloria. La Francia, men provveduta allora di uomini di lettere, non offeriva se non Amyot, de Thou, Ronsard e Montaigne; che quanto ad Hardy e Garnier, ingegni di più corte ali, essi balbutivano appena i primi accenti della Melpomene francese. Pure la morte di Rabelais aveva preceduto sol di quindici anni la nascita di Shakspeare; e chi si contentò alla maschera di buffone era ben tal gagliardo da venire a scontro col tragico autore.

Shakspeare aveva già trascorsi trenta anni sulla terra, quando l’infelice Tasso e l’eroico Ercilla, morti entrambi nel 1595, la abbandonarono. Il poeta inglese fondava il teatro della sua nazione, mentre Lopez de Vega dava vita alla scena spagnuola; ma Lopez ebbe un rivale in Calderon. L’autore del Miglior Alcade si era imbarcato qual volontario nell’invincibile armada nel momento in cui il creatore di Falstaff calmava le interne inquietudini della bella Vestale seduta sul trono d’Occidente.

L’autor drammatico castigliano ricorda quella famosa flotta nella sua Fuerza lastimosa. «I venti (egli dice) distrussero la più bella armata navale che siasi mai veduta». Lopez veniva con la spada impugnata ad assalire Shaks-