Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/489

Da Wikisource.
102 coriolano

con quest’armi il nostro furore, mentre ci rimangono forze per farlo. Gli Dei lo sanno, che la sola fame mi fa parlare così; che non è sangue, ma pane, che impetro e dimando.

Citt. Volete proceder, anzi tutto, contro Caio Marzio?

Citt. Contro lui prima; che è lupo del suo popolo.

Citt. Pensaste ai servigi ch’egli ha reso alla sua patria?

Citt. Bene sta, e glie ne terrem conto; ma se ne ricompensò troppo colla sua superbia.

Citt. Su, via, parlate senza sdegno.

Citt. Io vi dico che tutto ciò ch’egli ha fatto di grande, l’ha fatto per orgoglio. V’hanno alcuni semplici, i quali affermano che egli operò per la patria; ma io non dubito dire che si mosse solo per andare a versi di sua madre, e per illustrare il suo nome. Sì l’orgoglio suo è pari al suo valore.

Citt. Voi gli rimproverate come delitto un difetto di temperamento che non ha potuto correggere; ma d’avarizia almeno non lo potrete tassare.

Citt. Se va esente da tal rimprovero, glie ne potrei fare molti altri; e ne avrei stanchezza numerando tutti i suoi mancamenti. (grida di dentro) D’onde procedono questa grida? L’altro lato della città è insorto; e perchè stiam noi qui cianciando? Al Campidoglio!

Citt. Venite, venite.

Citt. Fermatevi; chi giunge?      (entra Menenio Agrippa)

2* Citt. Il degno Menenio Agrippa; uno che sempre amò il popolo.

Citt. Questi è buono abbastanza; fossero tutti i cittadini così!

Men. A qual’opra intendete, miei concittadini? dove andate con mazze e clave? perchè? parlate, ve ne prego.

Citt. Quel che chiediamo non è ignoto al Senato; glie ne diamo sentore già da quindici giorni, ed ora ci faremo conoscere coi fatti. E’ dicono che ai poveri chiedenti è dovizia di polmoni; or ora si vedrà come sia dovizia anche di braccia.

Men. Perchè, miei buoni amici, miei onesti vicini, volere andare incontro a perdita sicura?

Citt. Più nol possiamo, signore, chè perdemmo già tutto.

Men. Io vi dico, amici, che grandi e pie cure hanno i patrizi di voi. Pei vostri bisogni, pei patimenti a cui vi danna questa carestia, così potreste percuotere il cielo coi vostri bastoni come sollevarli contro lo Stato Romano, il cui corso continuerà per la via che gli fu assegnata, rompendo, ove occorra, dieci mila ca-