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con isguardi e parole; rendetegli i primi onori — Ah! noi non saremo mai sicari fintantochè con queste vili adulazioni ci toccherà d’alleviare lo splendore che ne circonda.

Lady Macb. Bando a ciò per ora.

Macbeth. Oh amata sposa! cento serpi a gara mi divorano il cuore. Tu ben sai che Banquo e Fleance sono ancor vivi.

Lady Macb. Ma la natura non li creò immortali.

Macbeth. Ed è ciò che mi conforta; e’ non sono immortali! Rallegriamoci quindi, tripudiamo al banchetto della vita. — Prima però che l’uccello della notte abbia terminato il suo volo solitario, prima che l’upupa, fedele alla voce della nera Ecate, le abbia col roco grido risposto, un nuovo nè meno orrido delitto dev’essere consumato.

Lady Macb. Un nuovo delitto?

Macbeth. Sì; ma rimanti nell’innocente ignoranza d’un tal disegno, mia amica: tu ben lo approverai, compito ch’ei sia. — Vieni, cieca notte e scellerata; offusca questo pietoso raggio del dì: vieni, e coll’invisibile insanguinata mano spegni il gran faro dell’universo, che mi piove sull’anima le maledizioni del Signore....! La luce si fa pallida, e già il corvo dirige il volo verso l’antica foresta. Gli esseri virtuosi del giorno cominciano ad assopirsi, intantochè i neri agenti delle tenebre si svegliano per sorprendere le loro vittime. — (a Lady Macb.) Tu tremi, donna, stupisci a’ miei discorsi... Oh! non paventare; le imprese incominciate col delitto, mestieri è pur che coi delitti si compiano. Vieni; l’aere è grave... usciamo di qui...

(escono)

SCENA III.
Un parco che mostra in lontananza il palazzo di Macbeth.
Tre satelliti di Macbeth arrivano.

1° Satellite. Ma chi ti disse di unirti a noi?

3° Satellite. Macbeth.

2° Satellite (verso il primo). Ei non dee porci in sospetto, poichè è perfettamente istruito di quello che ci tocca a fare.

1° Satellite (al terzo). Rimanti adunque con noi. — Il sole brilla omai sull’estremo orizzonte, e ammonisce l’incauto viaggiatore di raddoppiare il passo per giungere a casa in tempo: quello che qui aspettiamo non dovrebbe essere lontano.

3° Satellite. Taci! Odo scalpito di cavalli.

Banquo (al di dentro). Recate lumi, olà!