Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/744

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atto quinto 357

dite, inestimabile; e il sentimento che ne serbate risponde alla sua grandezza. Possa io non mai giungere al fortunato termine de’ successi a cui intendo, se l’impressione del vostro dolore non mi ispira un dolore, che penetra fino al fondo della mia anima.

Cleop. Vi ringrazio, signore. — Sapete quello che Cesare voglia fare di me?

Dol. Sono avverso a dirvi ciò che vorrei sapeste.

Cleop. Parlate, signore, ve ne prego.

Dol. Sebbene ei sia generoso...

Cleop. Vuol condurmi dunque in trionfo?

Dol. Signora, così vuole; lo so. (dal di dentro: Date luogo a Cesare).     (entrano Cesare, Gallo, Proculeio, Mecenate, Seleuco, e seguito)

Ces. Dov’è la regina d’Egitto?

Dol. Ecco l’imperatore, signora.               (Cleop. s’inginocchia)

Ces. Sorgete, voi non dovete inginocchiarvi: vi prego, sorgete: sorgete, regina d’Egitto.

Cleop. Signore, gli Dei vogliono così; convien ch’io obbedisca al mio signore e sovrano.

Ces. Non nutrite sì sinistre idee: la ricordanza di tutti gli oltraggi che abbiam ricevuti da voi, sebbene scritta col nostro sangue, è cancellata; e più non vediamo nel passato che avvenimenti di cui il solo caso è colpevole.

Cleop. Supremo arbitro del mondo, non mai potrei difendere tanto bene la mia causa da adonestarla; meglio mi piace di confessare che io pure fui piena di quelle fragilità che hanno sovente anche prima di me disonorato il mio sesso.

Ces. E queste, Cleopatra, siamo più disposti a scusare che ad aggravare. Se vi conformate alle nostre vedute, che sono per voi piene di mansuetudine, ritrarrete vantaggi da tal cambiamento. Ma se cercate di macchiare il mio nome col rimprovero della crudeltà, seguendo le traccie di Antonio, vi priverete del mezzo di goder de’ miei beneficii, e vi precipiterete coi vostri figli in un abisso, da cui son voglioso di salvarvi. Io mi accomiato da voi.

Cleop. Il mondo è vostro; e noi, ornamenti e trofei del vostro trionfo, vivremo laddove vi piacerà d’incatenarci. Eccovi, signore...

Ces. È da Cleopatra ch’io prenderò consiglio sopra tutto ciò che vi risguarda.

Cleop. Signore, questo è lo stato delle mie ricchezze, (presentandogli una carta) de’ vasellamenti, de’ gioielli, e delle antica-