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32 il re lear

macchiasse, farebbe creder che grave fa il combattimento che sostenni... (si ferisce un braccio) Vidi persone ebbre farsi più male che non è questo, solo per diporto. — Padre! padre! Ferma! ferma! Oh! nessun soccorso!

(entra Glocester, con domestici che portano fari)

Gloc. Ebbene, Edmondo, dov’è lo scellerato?

Edm. Stava qui dianzi nascosto fra le tenebre, colla spada, nuda alla mano, gittando infami sortilegi, scongiurando la luna a divenire la sua divinità tutelare.

Gloc. Ma dov’è?

Edm. Guardate signore; io verso sangue.

Gloc. Dov’è lo scellerato, Edmondo?

Edm. Fuggì da quel lato, signore, vedendo che non poteva...

Gloc. Correte sull’orme sue olà! affrettatevi, (escono alcuni domestici) Ebbene, che non poteva?...

Edm. Indurmi all’omicidio di Vostra Signoria; poichè invece io gli parlava degli Dei vendicatori, che avventano tutti i loro fulmini sulla testa dei parricidi, e di tutti quei vincoli potenti con cui la natura unisce i figli ai padri. In breve, signore, vedendo ch’io rigettava con avversione i tenebrosi disegni del suo cuore snaturato, preso da un subito furore mi assalì colla spada nuda, e mi ferì in un braccio, anzichè avessi potuto pormi sulle difese. Ma poi veduto svegliarsi tutto il mio coraggio, infiammato dalla giustizia della mia causa, o trepidante forse delle grida che io aveva innalzate, precipitosamente fuggì.

Gloc. Fugga ei lontano; non di questa terra uscirà, senz’esser preso;... e trovato... sia morto. Il nobile duca, mio signore, mio supremo e degno patrono, verrà qui stassera. Coll’autorità di lui farò proscrivere la sua testa. Quegli che potrà scoprire quel vile assassino, e condurlo a’ piè del patibolo, può contare sulla mia riconoscenza; ove taluno il celasse, n’avrà in ricambio il capo tronco.

Edm. Quando tentai di distoglierlo dal suo proposito, e in esso lo trovai pertinace, maledicendolo lo minacciai di rivelare tutto. Ei mi rispose: Tu, miserabile spurio, che nulla possiedi al mondo, credi tu, quando mi prendesse talento di smentirti, che il tuo merito, la tua probità, la tua virtù accrediterebbero la tua accusa? Far potresti di me il ritratto più fedele, che mi basterebbe il negar tutto (ciò che io farei quand’anche tu producessi le mie lettere), e la mia sola negativa basterebbe a rivolgere sul tuo capo e l’infamia e il delitto di cui m’accuseresti. Converrebbe che tu acciecassi gli occhi di tutti, perchè non