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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/44

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atto secondo 33

vedessero che l’utile che hai alla mia morte sarebbe stato per te una ragione potente onde attentare a’ miei giorni.

Gloc. Provetto e indurito scellerato! Oserebbe egli negare le proprie lettere? — No, non mai io fui suo padre. (suon di trombe al di dentro) Odi! le trombe del duca! Io non so perchè venga... farò guardare tutti i porti; lo scellerato non sfuggirà. Il duca non mi rifiuterà la grazia che gli chieggo. Inoltre descriverò a tutti la sua persona, e i lineamenti del suo viso. Voglio che ognuno lo conosca. — Tu, mio leale e vero figlio, per te m’adoprerò onde tu possa succedermi. (entrano Cornovaglia, Regana, e seguito)

Corn. Ebbene, mio nobile amico, appena entrato in questo castello, vi apprendo strane notizie.

Reg. Se vere sono, non vi sarà supplizio abbastanza grande per punire il colpevole. Ma come state, milord?

Gloc. Oh signora, il mio vecchio cuore è franto! è franto!

Reg. Come mai il figlioccio di mio padre attentare alla vostra vita? quegli ch’ebbe nome da mio padre! il vostro Edgardo!

Gloc. Oh, signora, signora, la vergogna avrebbe dovuto farmi celare un tale misfatto.

Reg. Non apparteneva egli al numero dei turbolenti cavalieri che seguono il padre mio?

Gloc. L’ignoro, signora; ma è troppo malvagio, troppo malvagio.....

Edm. Sì, madonna, apparteneva.

Reg. Non mi meraviglio allora più della sua perversità. Quei libertini suoi compagni l’avranno armato del pugnale contro un vecchio, di cui anelano possedere e dissipar le ricchezze. Questa sera ho ricevuto novelle di mia sorella, che mi istruiscano intorno alla condotta di costoro, ed ho preso opportuni provvedimenti. S’ei vengono di soggiornare nel mio castello, non mi troveranno.

Corn. Nè me tampoco, te ne fo fede, Regana. — Edmondo, so che voi avete mostrato a vostro padre l’amore d’un figlia.

Edm. Era mio dovere, signore.

Gloc. Egli fece andare a vuoto i disegni di colui, e ricevette la ferita che vedete volendo impossessarsi della sua persona.

Corn. Lo faceste inseguire?

Gloc. Sì, mio buon signore.

Corn. Ove sia preso, non potrà mai più far male ad alcuno. Disponete a vostro senno de’ miei mezzi. — Quanto a voi, Edmondo, che deste prova di vostra virtù e della vostra obbedienza,