Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/438

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atto primo 79

delitto, Iddio lo vendichi; per me, non potrei mai alzare un braccio armato contro il suo angusto ministro.

Duch. Da chi dunque, oimè! potrei io essere esaudita?

Gaunt. Dal Cielo, che è il campione e il difensore delle vedove.

Duch. Ebbene, mi dorrò con lui. Addio, vecchio Gaunt. Tu vai a Coventry per vedere il combattimento del nostro cugino Hereford e del fellone Mowbray. Oh! offese dello sposo mio statevi sulla punta della lancia di mio cugino, onde penetrare con essa nel petto di Norfolk: o se non cade arrovesciato nel primo orto, il peso de’ suoi delitti lo precipiti dal suo spumante corridore, e gli faccia misurare col corpo l’arena, vinto e calpestato dal prode Bolingbroke! Addio, vecchio Gaunt; quella che fu un tempo sposa di tuo fratello, non ha più ora a compagno che il dolore, con cui le è forza terminare i suoi dì.

Gaunt. Sorella, addio; convien ch’io vada a Coventry: possa tu essere così felice nella tua solitudine, quant’io nel mio viaggio!

Duch. Una parola, ancora. — Il dolore allorchè è profondo e vero è un peso che non si sgrava mai dal cuore. Io mi accomiato da te senza averti ancora nulla detto, perocchè l’afflizione toglie il senso e crede aver finito quanto non ha pur cominciato. — Raccomandami a mio fratello Edmondo York. Sì, questo è tutto... pur, non dipartirti: sebbene io t’abbia detta ogni cosa, non lasciarmi sì tosto; potrei rammentarmi d’altro. — Digli.... oh, che? digli di affrettarsi di venir da me a Plashy. Oimè, che verrebbe egli a vedervi quel buon vecchio, se non stanze deserte, muraglie nude, seggi vuoti, sale spopolate e niuno vestigio umano! E qual altro saluto riceverebbe al suo arrivo, fuor de’ miei gemiti! No, raccomandami soltanto a lui: ei là non venga per attestar la tristezza che empie quei luoghi: misera, me misera, di là io pure vuo’ dipartirmi e morire! I miei occhi piangenti ti salutano coll’ultimo vale.     (escono)

SCENA III.

Una lizza è apprestata e un trono. — Araldi, Cavalieri, ecc.

Entrano il Lord Maresciallo e Aumerle.

Mar. Milord Aumerle, è armato Enrico di Hereford?

Aum. Sì, interamente; e anela di prendere il campo.

Mar. Il duca di Norfolk, pieno di allegrezza e d’audacia, non aspetta che il segnale della tromba incitatrice.