Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/547

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186 enrico iv

colo! è quello! Quello è Bolingbroke! È così che mi sono fatto amare e mi sono adornato d’una modestia, che mi ha cattivati i cuori di tutti, e m’ha fatto acclamare, presente il re. Con quest’arte ho saputo conservare la meraviglia di me: e la mia persona, come una veste pontificale, non si è mai esposta agli sguardi che veduta non fosse con sorpresa. Così la mia apparizione diveniva un tripudio pel popolo, e la riserva di cui usavo, ne accresceva la solennità. Il re intanto correva per la città in compagnia di frivole persone, di spiriti vani e leggeri che brillavano un istante e si estinguevano tosto. Mescolandosi imprudentemente con quella schiera beffarda, ei poneva a repentaglio la sua grandezza, lasciava profanare il suo augusto nome da sarcasmi, abusare di sè con detrimento di fama, scopo agli scherni di giovani insensati, e procedente di pari passo col primo malandrino che osava camminare con lui, talchè detto si sarebbe ch’ei si fosse annoiato alle ciurme. Che accadde? Col troppo possedere il proprio re e vederlo sotto i suoi occhi, il popolo se n’è stancò; e Riccardo che, mostrandosi più di rado, avrebbe abbagliato colla sua maestà, non fu più veduto che con occhio indifferente, tanto l’abitudine ne aveva dissipato l’incanto. In breve: ognuno era satollo della sua vista. Ora tu sei, Enrico, in ugual condizione. Tu hai perdute le prerogative del tuo grado avvilendole con un indegno abbassamento, e tutti gli occhi sono fastiditi della tua troppa presenza, eccetto i miei che hanno desiderato di vederti ancora, e cui tal vista empie di lagrime.

P. Enr. Mio degno e rispettabile re, io vi prometto di comportarmi in modo più dicevole per l’avvenire.

Enr. Per tutto ciò che esiste nell’universo, quale tu sei oggi, tale era Riccardo, allorchè tornando di Francia, io approdai a Ravensburg, e quale io era allora, tale oggi è Percy. Pel mio scettro e per l’anima mia, Percy ha acquistati diritti più reali e più solidi al governo de’ miei Stati, che tu, ombra del successore del trono! Egli senza alcuna ragione, senza pur alcun colore di ragione o di pretese, riempie le nostre campagne di guerrieri armati; investe la gola minacciosa del leone in furore; e sebbene non abbia più anni di te, prorompe a battaglie cruenti e a mischie feroci guidando lórdi incanutiti in guerra e prelati venerandi. Qual onore immortale non ha egli ottenuto contro il famoso Douglas, di cui gli alti gesti, le ardite escursioni e la gran fama nelle armi, toglievano a tutti i guerrieri il più bel posto e il titolo supremo di primo capitano del secolo, in quanti regni riconoscono Gesù? Ebbene, tre volte quell’Hotspur, quel giovine