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336 IL RE ENRICO V


Con. Potrei vantarmi dell’istesso bene, se avessi anche una troia per amorosa.

Del. Le chien est retournè à son propre vomissement, et la truie lavèe au bourbier; tu fai uso d’ogni cosa.

Con. Ma non cambio il mio cavallo in una amante, nè avvero in me altri proverbi di simil fatta.

Ram. Signor Contestabile, son stelle o soli quelli che stan colpiti sull’armatura, che ho veduta questa sera nella vostra tenda?

Con. Stelle, signore.

Del. Qualcuna d’esse cadrà dimani, io spero.

Con. E nondimeno il mio cielo non ne sarà mai mancante.

Del. Può essere, perchè ne avete tante di superflue; e ben vi farebbe più onore il possederne di meno.

Con. E come il vostro cavallo a cui date così grandi lodi e che non meno galopperebbe, quando anche qualcuna delle vostre iperboli gli fosse tolta.

Del. Così fossile abile a lodarlo com’ei merita! Non spunterà mai il dì? Vuo’ trottare dimani per un miglio e vuo’ che il mio cammino sia selciato di teste inglesi.

Con. Io non dirò così, per tema che non mi si facesse l’ingiuria di smentirmi;. ma vorrei di tutto cuore che aggiornasse, per ben sferzare le orecchie di quegli isolani.

Ram. Chi vuol correre il rischio con me di far loro una ventina di prigionieri?

Con. Bisogna che vi avventuriate voi stesso al pericolo di divenirlo.

Del. È mezzanotte: vado ad armarmi. (esce)

Orl. Il Delfino è anelante del dì.

Ram. Ei muore dal desiderio di mangiare gl’Inglesi.

Con. Credo che vorrà mangiare tutti quelli che uccide.

Orl. Per la bianca mano della mia donna! è un valoroso principe.

Con. Giura pel di lei piede, ond’ella possa varcare con un passo il giuramento.

Orl. Tutto ciò che si può dire di lui, è che in Francia non v’è uomo più operoso.

Con. E la sua operosità si mostra sopratutto equitando.

Orl. Ei non fece mai male ad alcuno che io udissi.

Con. Nè ad alcuno ne farà dimani; ei vorrà serbar sempre il suo buon nome.

Orl. So che è prode.