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366 IL RE ENRICO V


Cat. È egli possibile ch’io ami il nemico di Francia?

Enr. No; non è possibile che amiate il nemico di Francia, Caterina; ma amando me amerete l’amico di Francia; perocchè io amo la Francia tanto, che non cederei un solo de’ suoi villaggi; io la voglio tutta per me: e quando la Francia è mia, ed io son vostro, vostra allora è la Francia, e voi siete mia.

Cat. Non intendo.

Enr. No, Caterina? Te lo dirò con un francese, che son sicuro resterà attaccato alla punta della mia lingua come una novella sposa al collo del suo consorte. Quand s’ai la possession de France et quad vous aves la possession de moi (cosa accadrà allora? San Dionigi mi aiuti!) donc vostre est France, et vous estes mienne. È più facile per me, Caterina, conquistare un regno che parlar francese: a null’altro ti commuoverò, parlando francese, fuorchè alle risa.

Cat. Sauf vostre honneur, le françois que vous parles, est meilleur que l’anglois lequel je parle.

Enr. No, in fede, no, Caterina; ma bisogna convenire che entrambi parliamo molto male nella lingua che non è nostra. Dimmi dunque, Caterina, se intendi questo inglese: puoi tu amarmi?

Cat. Non posso dirlo.

Enr. V’è alcuno della vostra corte, amabile Caterina, che istruir me ne sapesse? Lo pregherò di farlo. — Su via, conosco che mi amate; e questa sera, quando sarete nella vostra stanza, parlerete con questa signora di me, e le qualità che di più in me amerete saran quelle che apprezzerete innanzi a lei. Cara Caterina, degnatevi commiserarmi, tanto più che v’amo con furore. Se mai sarete mia, come ne ho fede, avendovi conquistata colla vittoria, diverrete madre feconda di buoni soldati. Forse che noi non potremo, voi ed io, fra san Dionigi e san Giorgio formare un Enrico, metà francese e metà inglese, che vada un dì fino a Costantinopoli, a tirare il gran Turco per la barba? Noi potremo, mio fiore di giglio?

Cat. Non lo so.

Enr. No, per ora. — Ma è in seguito che lo apprenderai: per ora stiamocene alla promessa. Assicurami soltanto, Caterina, che dal tuo lato riempirai bene la parte di Francese per l’opera di un tale erede; dal lato mio compirò la mia da Inglese, da re e da garzone. Che rispondete voi, la plus belle Caterine du monde, ma très-chère et divine déesse?

Cat. Vostra Majestè sa abbastanza bene il francese per ingannare la più sage demoiselle che sia en France.

Enr. Oh! sul mio onore, io ti amo davvero, Caterina. Non oserei giurar del pari che tu ami me; nondimeno il fremito del mio cuore comincia a lusingarmene, malgrado i pochi pregi del