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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/312

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ATTO QUINTO 303

perocchè il tempo nè comanda d’esser brevi, schierate il vostro esercito in battaglia alla punta del giorno, e confidate la vostra fortuna alla decisione del braccio omicida della guerra, e dei suoi colpi sanguinosi. Io, per quanto il potrò (perocchè non posso fare tutto quello che desidererei), starò inoperoso finchè l’istante venga di soccorrervi apertamente; ora non so dichiararmi del vostro partito, per tema che, se i miei movimenti fossero scoperti, il vostro tenero fratello Giorgio non venisse ucciso dinanzi a suo padre. Addio. Il tempo e il pericolo mi vietano le espressioni della mia tenerezza, e la dolcezza d’un lungo colloquio, che piacerebbe tanto a due amici divisi da sì lungo tempo. Dio voglia darci in breve l’agio di esprimerci tutto quello che sentono i nostri cuori! Una volta ancora, addio. Siate prode e felice!

Ricc. Cari lòrdi, riconducetelo al suo reggimento. Io cercherò in mezzo alla commozione de’ miei pensieri di trovare un po’ di riposo, per tema che un sonno di piombo non m’opprima dimani, allorchè mi converrà salire sulle ali della vittoria. Buona notte, onesti signori e amabili gentiluomini. (escono i lòrdi con Stanley). Oh! tu, Dio degli eserciti, di cui mi reputo ora capitano, degnati rivolgere uno sguardo favorevole sui miei soldati! poni nelle loro mani i folgori tremendi della tua vendetta, ond’essi possano frangere e arrovesciare per sempre gli elmetti usurpatori dei nostri nemici; fanne ministri della tua giustizia; fa che possiamo cantar le tue lodi nella vittoria! È a te ch’io confido la custodia della mia anima, prima che lasci chiudere al sonno le mie palpebre. dormente o svegliato, sii tu sempre il mio difensore! (si addorme; lo spettro del principe Eduardo, figlio di Enrico VI, sorge da terra fra le due tende)

Spett. (verso Ricc.) Dimani l’ombra mia peserà terribile sulla tua anima! Pensa in qual modo mi uccidesti nel fiore della mia giovinezza a Tewksbury. Dispera quindi, e muori! — Rallegrati tu, Richemond; perocchè le oltraggiate anime di principi assassinati combattono in tuo favore: la prole del re Enrico, Richemond, è quella che ti conforta.

(l’ombra del re Enrico VI sorge)

Om. (verso Ricc.) Quand’io era mortale, il mio corpo consacrato dall’olio santo fu da te in mille parti traforato: pensa a me e alla Torre; dispera, e muori! Enrico VI ti dà la sua maledidizione! — Tu virtuoso e pio, (verso Rich.) sii vincitore! Enrico, che ti predisse che saresti divenuto re, viene ora a confertarti nel tuo sonno; vivi e sii felice! (lo spettro di Clarensa sorge)