Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/316

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ATTO QUINTO 307

tirannide, i figli dei vostrì figli ve ne rimeriteranno nella vostra vecchiaia. Onde, in nome di Dio, e di tutti questi giusti motivi, spiegate i vostri vessilli, sguainate con fiducia e valore le vostre spade. Per me, il riscatto che espierà l’audacia della mia opera se ella a mal riesce, sarà questo corpo giacente inanimato sulla fredda terra del campo di battaglia; ma se trionfo, l’ultimo di voi tutti raccoglierà la sua parte di frutto della mia vittoria. Squillate, trombe; battete, tamburi: coraggio e fiducia: Dio, e san Giorgio! Richemond, e vittoria! (escono)

(rientra il re Riccardo, Ratcliff, sèguito e soldati)

Ricc. Che disse Northumberland intorno a Richemond?

Rat. Ch’ei non fu mai avvezzo alle guerre.

Ricc. Disse il vero: e che aggiunse Surrey?

Rat. Sorrise, e aggiunse che sarebbe stato meglio per noi.

Ricc. Bene aggiunse; e così è infatti. (batte una campana) Suona l’ora. — Datemi un calendario. — Chi vide il sole oggi?

Rat. Non io, milord.

Ricc. Egli sdegna risplendere: perocchè dal calendario apparisce che dovrebbe già da un’ora rischiarar l’oriente: un lugubre dì sarà questo per qualcuno. — Ratcliff....

Rat. Milord?

Ricc. Il sole non vuol lasciarsi vedere oggi: il Cielo guarda corucciato il nostro esercito. Vorrei che queste goccie di rugiada venissero dalla terra. Non splendere il sole oggi! Che cale a me di ciò più che a Richemond? Lo stesso cielo che mi minaccia, minaccia lui pure. (entra Norfolk)

Nar All’armi, all’armi, milord, il nemico è nel campo.

Ricc. Andiamo, affirettiamoci: s’appresti il mio cavallo. Andate da Stanley: comandategli di guidare le sue schiere, vo’ condurre il mio esercito nella pianura, ed ecco il mio ordine di battaglia. — Il mio avanguardo si stenderà composto d’un numero eguale di cavalli e di fanti. I nostri ardori saran posti nel centro. Il duca di Norfolk, il conte di Surrey, avranno il comando della cavalleria e dell’infanteria. Io seguirò col grosso dell’esercito, le di cui ali verranno rinforzate dai nostri più egregi gentiluomini. Così san Giorgio ne secondi! — Che pensi del mio disegno, Norfolk?

Nor. Ottimo, e degno di un guerriero, mio sovrano. — Questo io trovai stamane nella mia tenda. (dandogli una pergamena)

Ricc. (leggendo) Baldanzoso Norfolk, non esser troppo audace, perocchè il tuo signore Dickon è venduto e comprato. Stratagemma del nemico. — Andate, amici; e ognuno si ponga