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360 IL RE ENRICO VIII


Wol. La mia innocenza non ne escirà che più para e pia onorata, allorchè il re conoscerà la mia fedeltà.

Sur. Cotesto non vi gioverà: ringrazio la mia memoria che mi tien presenti cose che saranno prodotte contro di voi. Allora, se potrete arrossire e gridare dal fondo della vostra coscienza sono colpevole mostrerete almeno un resto di pudore.

Wol. Continuate le invettive: io disprezzo tutte le vostre imputazioni. Meraviglio solo veggendo un nobile che obblia tanto i rispetti ed ogni delicatezza.

Sur. Meglio mancar di modi, che avventurare il proprio capo. Ditemi, non siete voi giunto senza l’assentimento del re a farvi nominare legato, per abusare di questo potere, tarpando la giurìsdizione di tutti i vescovi?

Nor. In tutte le lettere che avete scrìtte a Roma e ai principi forestieri, la vostra formola esordiente non è sempre stata: ego et rex meus, quasi il re fosse stato vostro servitore?

Suff. Allorchè siete andato come ambasciatore in Fiandra, non avete senza cognizione del re o del consiglio recato con voi il gran sigillo?

Sur. Non avete spediti i più ampi poteri a Gregorio di Cassanis per conchiudere, senza l’assentimento del monarca o dello Stato, una lega fra Sua Altezza e Ferrara?

Suff. Per una folle ambizione non voleste voi veder inciso il vostro cappello cardinalizio sulle monete del re?

Sur. Non avete spedite a Roma immense somme (e con qual mezzo le abbiate acquistate è ciò che lascio dire alla vostra coscienza) per assoldarvi amici e aprirvi il cammino alle dignità, alla ruina del regno, e ad altre cose che arrossirei nominando?

Ciam. Ah! signori, non opprimete di troppo un uomo vicino a cadere: virtù è l’essergli miti. I suoi falli son sottomessi alle leggi, e spetta alle leggi, non a voi, il punirlo. Il mio cuore geme vedendolo caduto sì basso dall’altezza in cui stava.

Sur. Io gli perdono.

Suff. Lord cardinale, siccome tutti gli atti che avete fatto ultimamente come legato in questo regno richiedono un praemunire, la intenzione del re è che s’implori contro di voi un decreto che confischi i vostri beni, le vostre terre, i vostri domini!, i vostri castelli, tutto ciò che vi appartiene, e vi metta fuori della protezione del sovrano. Tale era il mio incarico.

Nor. Ora vi abbandoniamo alle vostre meditazioni sul modo di viver meglio per l’avvenire. Quanto alla vostra ribelle resi-