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94 MOLTO STREPITO PER NULLA


Beat. Vorrei che piuttosto me lo trovasse il padre vostro. Non avrebbe Vostra Grazia un fratello che le somigliasse? Vostro padre sapeva fare eccellenti mariti, se una fanciulla potesse giungere fino ad essi.

D. Pedro. Sposereste me, signora?

Beat. No, signore, a meno che non avessi un altro sposo per i giorni da lavoro, Vostra Grazia è di troppo gran prezzo per venir scipata ogni dì. Ma vi supplico di perdonarmi: io non so dire che follie.

D. Pedro. Il vostro silenzio mi offenderebbe di più; che la vostra allegria a meraviglia vi si addice, poichè voi foste senza dubbio generata in una lieta ora.

Beat . No certo, signore, avvegnachè mia madre gridava; ma in quel punto danzava certo qualche stella, e io nacqui sotto di essa. Cugini, Dio vi faccia felici!

Leon. Nipote, volete attendere a quelle cose di cui vi parlai?

Beat . Vi chieggo scusa, mio zio. — Col permesso di Vostra Grazia. (esce)

D. Pedro. In verità è una cara e spiritosa fanciulla.

Leon. La malinconia è un elemento che prevale poco in lei, signore; ella non è mesta che quando dorme; e neppur sempre; imperocchè ho spesso udito dire a mia figlia che in mezzo anche a sogni disgraziati si svegliava talora da sè colle sue risa.

D. Pedro. La fanciulla non può patire che le si parli di sposo.

Leon. Oh! per niun conto; e schernisce tutti coloro che le fanno la corte.

D. Pedro. Sarebbe un’eccellente moglie per Benedick.

Leon. Ah signore! se essi fossero insieme accoppiati solo per una settimana, parlerebbero tanto da perdere la ragione.

D. Pedro. Conte Claudio, quando volete voi andar all’altare?

Claud. Domani, signore: il tempo va colle grucce fin che l’amore non ha veduto compiuti i suoi riti.

Leon. No, mio caro figlio, differiamo fino a lunedi: ora sarebbe troppo presto, e mancherebbero gli apparecchi necessarii.

D. Pedro. Ah Claudio! a una sì lunga dimora voi crollate il capo; ma io vi dichiaro che questi giorni di aspettativa non peseranno sopra alcuno di noi, perchè io in tale intervallo assumerò una fatica da Ercole, quella di far convenire il signor Benedick e Beatrice in una mutua affezione. Vorrei volentieri stringere quell’unione; e non dubito di non riuscirvi, se vorrete assecondarmi.

Leon. Signore, contate su di me, dovessi io passare dieci notti insonni.