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104 MOLTO STREPITO PER NULLA


Ors. Vi avrebbero essi affidato, signora, di istrairne la vostra cugina?

Ero. Mi hanno scongiurato di farlo, ma io gli ho esortati, se amavano Benedick, di consigliarlo a resistere alla sua tenerezza senza lasciarla intravedere a Beatrice.

Ors. E quali motivi ne avevate? Qualunque siasi il fortunato in cui dormirà un dì Beatrice, forse che il nobile cavaliere non meriterà di esserne a parte?

Ero. Oh Dio d’amore! So bene ch’ei merita tutta la felicità che può essere concessa ad un uomo, ma la natura non formò mai cuore di tempra più orgogliosa di quello di Beatrice. L’alterigia e il disprezzo scintillano nei di lei occhi, che irridono a quanto vedono; e l’opinione che ella nutre del proprio merito è così alta che tutto il resto le sembra poca cosa. Ell’è incapace di amare, o di provare alcun affetto per altrui, tanto adora se stessa! Io sono interamente del vostro avviso; ma veggo com’è grande il pericolo di farle conoscere l’amore di Benedick. Il suo spirito schernitore ne trarrebbe un sollazzo crudele.

Ors. Avete ragione: non v’è uomo, per quanto nobile e savio, per quanto bello e virtuoso, di cui ella non volga in riso le doti. Ha un vago volto? Ella vi giura che meriterebbe di essere sua sorella. Ha il color bruno? È la natura che col suo pennello volendo fare un buffone fece una macchia nera. È grande? Pare una lancia su di cui stia una testa di scimmia. È piccolo? Somiglia a un’agata mal tagliata. Gli piace parlare? È una banderuola per ogni vento. Gli piace tacere? È uno stolto cui nulla commuove. Così ella vede ogni uomo dal lato cattivo, e non paga mai al merito e alla virtù quel tributo, che dovuto è loro dalla schiettezza e dalla semplicità.

Ero. Certo, certo, tale acrimonia non è lodevole! — No, no si può applaudire a quell’umore bizzarro di cui si vanta Beatrice; ma chi oserebbe dirgliene? Se tale libertà mi prendessi, ella mi perseguiterebbe coi suoi motti tanto da farmi perdere la testa, e mi opprimerebbe con una grandine di sarcasmi. Lasciam dunque Benedick simile a un fuoco coperto struggersi fra i suoi sospiri, e perir di languore in silenzio. Tal morte gli sarà meno acerba del soccombere per uno dei di lei strali: fato tanto crudele, quanto potrebbe esserlo il supplizio del solletico.

Ors. Nondimeno provatevi per vedere che cosa ella risponda.

Ero. No; piuttosto andrò da Benedick, per consigliarlo a combattere la sua passione, e imaginerò anche qualche onesta calunnia per denigrare un po’ con lui la mia cugina. Niuno sa