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114 | MOLTO STREPITO PER NULLA |
Beat. Son raffreddata, cugina, e non potrei odorarli.
Mar. Fanciulla e raffreddata! Dev’essere stato un freddo ben acuto.
Beat . Oh Dio aiutatemi! Dio aiutatemi. Da quanto tempo fate voi professione di donna di spirito?
Mar. Dal giorno che voi ci avete rinunziato: non mi si addice a meraviglia il mio spirito?
Beat. Non traluce abbastanza, e lo dovreste portare sul vostro cappello. Ma in verità io mi sento male.
Mar. Procacciatevi un po’ d’essenza di Carduus Benedictus1 e ponetela sul vostro cuore; è il solo rimedio contro le palpitazioni.
Ero. Tu la pungi con un cardo.
Beat. Benedictus? Perchè benedictus? Vi è qualche astuzia in questo Benedictus?
Mar. Astuzia? No, in fede, non ho alcuna astuzia e parlo unicamente del cardo benedetto. Voi potete pensar forse ch’io vi creda innamorata: no, non son tanto pazza per dar fede a quello che ascolto, nè per cercar di sapere quello che so di già. In vero non torturerò il mio spirito per inondarvi di sospetti; e mi asterrò sempre dal pensare che voi amiate o che possiate amare. Pure anche Benedick si faceva un dì distinguere, ed ora è divenuto simile a tutti gli altri uomini. Egli giurava di non ammogliarsi mai, e nondimeno in onta del suo cuore, mangia ora le sue vivande senza mormorare2. A qual segno possiate voi essere convertita io l’ignoro; ma mi sembra che i vostri occhi guardino dinanzi a voi, come quelli delle altre femmine.
Beat. Di qual passo va questa tua lingua!
Mar. Non di cattivo galoppo. (rientra Orsola)
Ors. Signore, ritiratevi; il principe, il conte, il signor Benedick, don Giovanni e tutti i vagheggini della città son venuti a cercarvi per accompagnarvi alla chiesa.
Ero. Aiutatemi a vestirmi, buona cugina, buona Margherita, buona Orsola. (escono)