Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/665

Da Wikisource.
266 TROILO E CRESSIDA


Troil. Chi potrebbe Impedirmelo? No, nè il destino, nè il dovere dell’obbedienza, nè il braccio di Marte, quand’anche ei ne ne desse il segnale colla sua spada fiammeggiante, nè Priamo nè Ecuba, a’ miei ginocchi bagnati di lagrime, nè voi, fratello, col vostro terribile ferro appuntato contro di me sapreste impedirmi di andar oggi a pugnare, se pure non mi uccideste. (rientra Cassandra con Priamo)

Cas. Impossessatevi di lui, Priamo, ritenetelo. Egli è il sostegno della vostra vecchiaia, e se lo perdete, Troia e tutti noi cadremo con lui.

Pr. Ritorna, Ettore, ritorna indietro; la tua sposa ha avuto sogni funesti; tua madre non ha veduto che larve minacciose: Cassandra presagisce l’avvenire, ed io stesso mi sento compreso da un impeto profetico per annunziarti un sinistro dì: ritorna dunque indietro.

Et. Enea è sul campo di battaglia, e promisi a molti Greci di presentarmi io pure stamane dinanzi ad essi.

Pr. Tu non v’andrai.

Et. Non mancherò alla mia fede. Voi mi conoscete pieno di sommissione; onde, mio padre, non mi forzate a mancarvi di rispetto, ma concedetemi la grazia di seguire col vostro assentimento quel cammino dell’onore che mi vorreste precludere.

Cas. Non aderite, Priamo, alla sua dimanda.

And. Oh no, mio tenero padre.

Et. Andromaca, voi mi muovete ad ira; in nome dell’amore che mi portate, rientrate in casa. (Andromeda esce)

Troil. (additando Cassandra) È quella fanciulla insensata e piena di superstizioni che fa tutti questi vani presagi.

Cas. Oh! addio care Ettore. Mira come sei moriente, come i tuoi occhi si appannano! Il sangue tuo sgorga da mille ferite! Odi i gemiti di Troja, le grida di Ecuba, i lai d’Andromaca! Mira la distruzione, il dolore, la morte l’un coll’altro scontrantisi, e tutti esclamanti: Ettore, Ettore è morto!

Troil. Vattene di qui.

Cas. Addio. — Fermati, Ettore: io mi accommiato da te, ma tu deludi te stesso, e con te la tua patria. (esce)

Et. Voi restaste afflitto, padre delle sue esclamazioni. Tornate in Troja e rassicuratene gli abitanti: noi andremo a combattere per compiere opere degne di eterna lode, che questa sera poi vi narreremo.

Pr. Addio: gli Dei ti proteggano. (Priamo ed Ettore escono da diverse parti; allarme)