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ATTO QUARTO 319

e che dica che la ho ricevute nel combattimento; ma lievi ferite non convinceranno. Diranno: come! siete sfuggito a così buon patto? — Nè grandi ferite oso par farmi. Perchè, di qual prova sarebbero? Oh lingua mia, io ti reciderò se non saprai trarmi da questo pericolo.

Signore. (a parte) È egli possibile ch’ei si conosca così bene, e sia quello ch’è?

Par. Vorrei che i lembi del mio abito trinciato potessero servirmi, il troncone della mia spada rotta...

Signore. (a parte) Non ve ne caverete così.

Par. O il radimento della mia barba; e che dir potessi, cotesto fu uno stratagemma guerresco.

Signore. (a parte) Neppur questo mi piace.

Par. O che annegassi i miei abiti, e dicessi che fui derubato.

Signore. (a parte) Invenzione da nulla.

Par. Se giurassi che sono saltato da una finestra della cittadella...

Signore. (a parte) A quale profondità?

Par. A trenta piedi?

Signore. (a parte) Tre grandi giuramenti farebbero appena ciò credibile.

Par. Vorrei avere qualche tamburo dei nemici, e giurerei che l’ho conquistato.

Signore. (a parte) Ne udrai uno fra breve.

Par. Un tamburo dei nemici! (grande allarme al di dentro)

Signore. Throca movousus, cargo, cargo, cargo.

Tutti. Cargo, cargo villianda par corbo, cargo.

Par. Oh! il riscatto, il riscatto. Non mi bendate gli occhi. (i soldati l’afferrano e lo bendano)

Sold. Bosckos thromuldo bosckos.

Par. Conosco che siete del reggimento di Muskos, e che perderò la vita per non saper questa lingua. Se v’è fra di voi qualche Tedesco, qualche Danese, qualche Olandese, Italiano o Francese, ei mi favelli, ed io gli rivelerò segreti che cagioneranno la sconfitta dei Fiorentini.

Sold. Bosckos vauvado... t’intendo, e posso parlarti nella tua lingua. Kereligbonto... Signore, pensa alla tua religione, perchè diciassette pugnali stan contro al tuo seno.

Par. Oh!

Sold. Prega, prega, prega... Mancka revania dulche.

Signore. Oscorbi dulchos volivorea.

Sold. Il generale è contento di risparmiarti, e cogli occhi