Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/724

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ATTO QUARTO 325

nostro generale vi comanda dunque dì rispondere a quello che io vi chiederò leggendo questo scritto.

Par. E lo farò così sinceramente come io vivo.

Sold. Prima dimanda da fargli, qual è la cavalleria del duca? — Che rispondete a ciò?

Par. Cinque o sei mila cavalli, ma deboli e fuor di servizio; le truppe son tutte disperse, e i capi son molto miserabili; è ciò che assicuro sulla mia riputazione, e sulla mia speranza di salvarmi la vita.

Sold. Debbo scrivere la vostra risposta?

Par. Fatelo, ed io la sosterrò con quel sacramento che più ti piacerà.

Bel. (a parte) Tutto è uguale per lui! Malandrino indegno.

Signore. (a Bel. a parte) V’ingannate, signore, questi che voi vedete, è monsieur Parolles, quel prode militare che accoglieva ogni teoria guerresca nel nodo della sua ciarpa, ed aveva ogni pratica nel fodero della spada.

Signore. Non mi fiderò mai più di alcuno, perchè avrà saputo mantener lucida la sua arma; nè crederò che possegga belle qualità, perchè è rivestito di una buona armatura.

Soldato. Sta bene; questo è scritto.

Par. Cinque o sei mila cavalli dissi, e dissi il vero, o di poco errai, perchè io parlo esattamente.

Signore. In ciò infatti ei s’avvicina molto alla verità.

Bel. Ma io nol ringrazierò per questo.

Par. E’ sono miserabili, ve ne prego, scrivetelo.

Sold. È già scritto.

Par. Bene: il vero è vero, e quelli sono soldati da far pietà.

Sold. Chiedergli qual è la forza dell’esercito a piedi? — Rispondete.

Par. Sulla fede mia, signore, come se non avessi che quest’ora da vivere, dirò la verità. Aspettate: Spurio ne ha cencinquanta, Sebastiano altrettanti; Corambo altrettanti; Guiltiano, Cosimo, Ludovico e Grazio dugencinquanta per caduno; la mia compagnia, Chirofero, Vaumont, Benzio, ognuno dugencinquanta; talchè tutto l’esercito fra sani e infermi non ascende, sull’onor mio, a quindici mila uomini; e ve n’ha una metà che non oserebbe scrollarsi la neve dal capo per tema di non cadere in brandelli.

Bel. Che si farà di costui?

Signore. Nulla, fuorchè ringraziarlo. Interrogatelo sopra il mio stato, e sul credito ch’io godo presso il duca.

Sold. Ciò pure è scritto. — Gli chiederete ancora se vi è