Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, V-VI.djvu/86

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ATTO PRIMO 78

merset, uniteri a me, e colleghiamoci entrambi a Suffolk, onde rovesciare dal suo seggio il duca Umfredo.

Car. Codestro non sarà difficile, nè vuol più a lungo differirsi. Corro da Suffolk. (esce)

Somm. Cugino di Buckingham, sebbene la grandezza d’Umfredo e lo splendore del suo posto sia un oggetto tristo per noi, vegliamo con cura sopra questo astuto Beaufort: la sua insolenza è più incomportabile che tutto ciò che si potrebbe temere dal resto dei principi d’Inghilterra; se Glocester è abbattuto, è costui che si farà nominare Protettore.

Buk. O voi, Sommerset, od io, dobbiamo esserlo in onta del duca Umfredo e del cardinale. (esce con Somm.)

Sal. L’orgoglio procede all’avanguardo, l’ambizione lo segue. Intanto che quegli ambiziosi si adoprano per la loro fortuna, è degno di noi l’intendere alla salute del regno. Ho seguito quarant’anni quel Protettore che si oltraggiano, nè mai l’ho veduto comportarsi fuorchè da uomo d’onore. Ma il superbo cardinale fu talvolta soldato, più che ministro della Chiesa; e a me apparve spesso vano e dispotico, come s’ei fosse stato il signore assolato; e bestemmiare lo intesi, e mostrarsi nemico del ben pubblico. Warwick, mio figlio, onore e sostegno della mia vecchiezza, il tuo carattere, i tuoi fatti e la tua generosità ti hanno captivato il cuore del popolo, che, dopo il duca Umfredo, te ama sopra ogni altro. E voi, mio fratello di York, le vostre gesto in Irlanda, per sottomettere alla disciplina delle leggi i suoi selvaggi abitatori, e le vostre ultime opere nel cuore della Francia, ove tenevate la reggenza in nome del nostro sovrano, vi han reso l’oggetto del rispetto e dell’amore dei soldati. Stringiamoci dunque insieme per il ben pubblico; aiutatemi a porre un freno all’orgoglio di Suffolk, all’insolenza del cardinale, all’audacia di Sommerset e all’ambizione di Buckingham; e con ogni nostro potere esaltiamo le virtù e i disegni di Glocester, che mirano al bene della patria.

War. Così Iddio aiuti Warwick, come egli ama questa terra in cui ebbe la vita!

York. Ciò pure dice York, e ne ha cagione più d’ogni altro.

Sal. Non perdiamo dunque un istante.

War. Oh! mio padre, il Maino è perduto, che costato era a Warwick tanto sangue, e che conservato egli avrebbe, finchè gli fosse rimasto un soffio di esistenza. Ma io saprò ricuperarlo, o avrò trovata la mia tomba. (esce con Sal.)

York. Il Maino e l’Anjou sono ceduti ai Francesi! Parigi è