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ATTO TERZO 101

servo del conte che a me mai non ne prodigasse: vidi tutto nell’orto.

Tob. Ti vedeva ella allora, vecchio garzone? Dimmelo.

And. Così chiaramente com’io vi miro adesso.

Fab. Una gran prova dell’amore che essa sente per voi.

And. Pel Cielo! volete farmi diventar un ciuco? Ve lo proverò, signore, col giudizio e la ragione.

Tob. Due gran magistrati che tali divennero anche prima che Noè esercitasse l’arte del marinaio.

Fab. Ella non fece una bella accoglienza a quel paggio dinanzi a voi, che per pungervi, per risvegliare il vostro valore assopito, per mettervi il fuoco nel cuore, e lo zolfo nel fegato. Voi avreste dovuto andarle incontro allora, e con qualche fina arguzia, con qualche lampo di spirito petrificato avreste reso mutolo quel garzone. Questo era quanto si aspettava da voi; e a ciò voi mancaste; voi lasciaste togliervi dal tempo il bel raggio che vi era splenduto, ed eccovi ora gettato sotto il freddo polo della mia signora, a cui resterete appeso come un ghiacciuolo alla barba di un Olandese, se non pensate a riscattare questo fallo con qualche bell’opera di valore, o di qualche abile trovato di guerra.

And. Se vi è qualche tentativo da fare, preferirò il valore, perchè abborro la politica più del peccato.

Tob. Allora dunque ergi la tua fortuna sulla base della prodezza. Manda un cartello al paggio del conte; battiti con lui, feriscilo in undici parti; mia nipote ne terrà conto, e sii ben certo che non vi è mezzano d’amore nel mondo che possa render caro un uomo agli occhi di una femmina, come la riputazione del valore.

Fab. Non vi è altro mezzo, ser Andrea.

And. Porterete uno di voi due la mia sfida?

Tob. Va, scrivila con carattere marziale, sii assoluto e breve: poco vale se non vi è spirito, basta in ciò la chiarezza. Insultalo con tutta quella licenza che dà l’inchiostro: digli del tu, e accumula tante mentite sul suo capo quante ne potranno capire nel foglio, fosse esso così grande, da poter servir di lenzuolo al letto di Ware in Inghilterra1. Su, va all’opera, e mostrati in tutto uomo, quantunque scrivi con una penna d’oca.

And. Dove vi troverò?

Tob. Verremo a chiamarti. Va. (esce ser Andrea)

Fab. Quell’uomo vi è molto caro, ser Tobia.

Tob. Io gli son stato due mila volte più caro, fanciullo.

  1. Letto che conteneva quaranta persone.