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102 LA DODICESIMA NOTTE O QUEL CHE VORRETE


Fab. Avremo una bella lettera da lui: ma la porterete poi a chi è diretta?

Tob. Non mi credere mai più se non la porto. Ecciterò con ogni mio mezzo quel garzone a rispondere. Ma credo che non riesciremo a metterli alle prese insieme, perchè per ser Andrea se lo si sparasse, e se vi si trovasse solo tanto sangue, quanto ce ne vuole per empiere il piede di una mosca, io acconsentirei a mangiare il resto del cadavere.

Fab. E nè tampoco il suo avversario mostra molti segni di animosità. (entra Maria)

Tob. Ecco il più vago augelletto che viene a noi.

Mar. Se vi piace l’allegria e il riso, seguitemi. Quello stupido Malvolio è divenuto un pagano, un vero rinnegato; perchè non v’ha cristiano che desideri salvarsi con una credenza ortodossa che possa mai dar fede a tali stravaganze: egli è in calze gialle.

Tob. E ha le giarrettiere dorate?

Mar. Sì della più brutta specie, della più goffa. L’ho cruciato a mio senno, e ho potuto accorgermi ch’egli obbedisce esattamente ad ogni parola della lettera che gli feci trovare. Per sorrìdere si scompone il volto con più righe che non ve ne siano nel nuovo mappamondo accresciuto delle Indie: non avrete mai veduto nulla di simile. M’astenni a fatica dal cacciargli qualche cosa in viso. So che la mia signora gli darà una ceffata; se essa lo fa, egli ne sorriderà, e l’avrà in conto di un gran favore.

Tob. Andiamo dov’è, andiamo. (escono)

SCENA III.

Una strada.

Entrano Antonio e Sebastiano.

Seb. Io non vorrei avervi causato il più lieve fastidio, ma poichè voi trovate piacere nell’essermi cortese, non vi farò più alcuna rimostranza.

Ant. Non potei starmi dietro a voi; un desiderio più penetrante dell’acciaio aguzzo mi punse e mi costrinse a seguirvi. Il bisogno di vedervi, e l’amicizia che per voi sento, oltre al timore che qualche male non vi accaggia, in questo paese a voi sconosciuto, mi spinsero ardentemente a venir qui. Vogliate compatirmi.

Seb. Mio caro Antonio, non posso che rispondervi con nuovi e eterni ringraziamenti. Spesso i servigli dell’amistà si comprano,