Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/119

Da Wikisource.
110 LA DODICESIMA NOTTE O QUEL CHE VORRETE


And. La peste lo colga: non vuo’ entrare in litigii seco.

Tob. Ma egli non vorrà far pace: Fabiano lo trattiene a stento.

And. Il malanno se lo porti: se avessi creduto che fosse così prode e così destro, l’avrei volato veder dannato prima di mandargli un cartello. Se vuol lasciar finir le cose in pace gli far dono del mio cavallo, il grigio Capileto.

Tob. Gliene farò la proposta: statevi qui, mostratevi impavido; tutto ciò terminerà senza la perdizione d’alcun’anima. — Davvero, (a parte) ch’io monterò vostro cavallo, come voi ora monto. (rientrano Fabiano e Viola) Posso disporre del suo cavallo (a Fab.) per pacificar la contesa; gli ho fatto credere che quel giovine sia un demonio.

Fab. E il giovine ha di lui un’idea parimente orribile, ed è divenuto pallido e anelante, come se un orso gli stesse alle calcagna.

Tob. Non vi è rimedio, signore; egli vuol duellare con voi per mantenere il suo giuramento, perchè rispetto alla contesa, egli la trova ora appena degna che se ne parli. Ma l’onore della sua parola vuol esser salvo, onde sguainate la spada; egli protesta che non vi ferirà.

Viol. (a parte) Prego Iddio che mi difenda! Oramai dico loro che non sono un uomo.

Fab. Cedetegli il terreno se lo vedete furioso.

Tob. Venite, ser Andrea, non vi è riparo; il gentiluomo incrocierà la spada con voi, perchè a ciò l’induceste: egli non può dispensarsene; ma mi ha promesso da gentiluomo, che non vi farà male. Venite.

And. Prego Iddio perchè mantenga il suo giuramento! (sguaina la spada) Io vi assicuro che è contro il mio volere. (entra Antonio)

Ant. Riponete la vostra spada: se questo giovine vi ha offeso, io combatterò per lui: se voi l’offendeste, io vi sfido a suo nome. (sguainando la spada)

Tob. Voi, signore? Perchè? Chi siete voi?

Ant. Un uomo, che per amore di questo giovine, farà anche di più di quello che l’avete udito vantarsi di voler fiire.

Tob. Se cercate le risse, esse non vi mancheranno. (ponendo la mano sull’elsa; entano due uffiziali)

Fab. Ah! buon ser Tobia, fermatevi; vengono gli uffiziali.

Tob. (a Ant.) Ci parleremo fra poco.

Viol. (a And.) Ve ne prego, signore, riponete la spada, se ciò vi piace.