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158 MISURA PER MISURA


Is. Oimè, oimè!

Claud. Ah! ch’io viva, cara sorella. Il peccato che tu compi per salvar la vita d’un fratello è tanto scusato dalla natura, che esso diventa virtù.

Is. Oh vile! oh sciagurato! e vorresti dunque tu vivere mercè il disonor mio? Non è una specie d’incesto il ricevere la vita dal disonore di tua sorella? Il Cielo me ne guardi! Dubiterei della fedeltà di mia madre al padre mio, dacchè un figlio sì abbietto esci dal loro sangue. Muori, sciagurato, muori. Dovessi solo piegare i ginocchi per riscattarti dal tuo destino, e ti lascierei morire: proferirei mille preghiere per implorare la tua morte, e non direi una parola per salvarti.

Claud. Ah! ascoltami, Isabella.

Is. Vanne lungi, lungi da me, è una vergogna. Il tuo fallo non fu una debolezza involontaria; tu contraesti l’abito al delitto. Concederti pietà sarebbe un prostituirla; meglio è che tu muoia. (andandosene)

Claud. Ascoltami, Isabella. (rientra il Duca)

Duc. Vogliate udire una parola, giovinetta, una sola parola.

Is. Che chiedete?

Duc. Se poteste disporre d’alcuni istanti, vorrei avere un colloquio con voi per intrattenervi di cose ch’assai v’interessano.

Is. Non ho ozii superflui; il tempo che passerò vosco sarà tolto ad altre cose; nondimeno per un poco v’ascolterò.

Duc. (a parte a Claudio) Figlio, intesi tutto quello che diceste con vostra sorella. Non mai Angelo ebbe il disegno di sedurla; egli non volle che fare esperimento della di lei virtù, per imparar a conoscere la fragilità umana, e accrescer la sua esperienza: del di lei rifiuto sarà rimasto appagatissimo. Io sono il confessore d’Angelo, e istrutto venni di quanto vi dico: preparatevi dunque alla morte, non v’affidate a vane speranze; andate a pregare il Cielo che vi dia forza per il passo di domani.

Claud. Lasciate ch’io chiegga perdono a mia sorella. Son cosà stanco della vita, che supplicherò perchè mi venga tolta.

Duc. Perseverate in questa risoluzione: addio (esce Claud.) Prevosto, (rientra il Prevosto) udite una parola.

Prev. Che chiedete, padre?

Duc. Compiacetevi di lasciarmi un istante solo con questa fanciulla: le mie intenzioni e le mie vesti vi guarentiscono, che ella non corre alcun pericolo stando con me.

Prev. Sia pure. (esce)

Duc. La mano che v’ha fatta bella, v’ha fatta anche vir-