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260 LA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCHI


Luc. A mia sorella.

Ant. No, a voi: la più cara metà di me stesso; occhio del mio occhio, cuore del mio cuore, mia vita, mia ricchezza, mia unica speranza: a voi, mio Cielo in terra e mio supremo bene.

Luc. Tutto questo che dite, mia sorella lo è per voi, o almeno dorrebbe esserlo.

Ant. Prendete voi stessa il nome di sorella, amica mia, perocchè è a voi che i miei voti s’indirizzano: siete voi ch’io voglio amare, è con voi ch’io voglio far trascorrere la mia vita. Voi non avete ancora sposo, ed io son scapolo: datemi la vostra mano.

Luc. Adagio, signore: aspettate. Vado da mia sorella per chiederle il suo consenso. (esce; dalla casa di Antifolo di Efeso vien fuori Dromio di Siracusa)

Ant. di S. Ebbene, Dromio, dove vai con tanta fretta?

Drom. di S. Mi conoscete, signore? Son io Dromio? Sono il vostro domestico? Sono io stesso?

Ant. Tu sei Dromio, tu sei il mio domestico.

Drom. Io sono un ciuco, e sono il valletto di una femmina.

Ant. Come, di una femmina?

Drom. Affè, signore, a una femmina appartengo: a una femmina che mi batte, mi caccia, e fa cencio di me.

Ant. Quali diritti fa ella valere sopra di te?

Drom. I diritti che voi fareste valere sul vostro cavallo: ella pretende possedermi come una bestia da soma: non perchè s’io fossi una bestia volesse avermi, ma perchè essendo essa bestiale, manomette ogni cosa.

Ant. Chi è costei?

Drom. Una creatura degna: una donna di cui non si può parlare senza dire: salvo il vostro rispetto. La mia compagna non mi dà che una magra felicità, e nondimeno è assai pingue.

Ant. Che bisticcio è codesto?

Drom. Ella è, signore, la cuciniera, grassa come vi è noto, e ch’io non so a qual salsa mettere, nè come addolcire. Scommetterei che il sego, di cui son pregne le sue vesti, manterrebbe il fuoco per tutto un inverno di Polonia: se ella vive fino al dì dell’ultimo giudizio, brucierà una settimana più del mondo.

Ant. Di che colore è essa?

Drom. Bruna come il cuoio delle mie scarpe: sferica poi di persona, talmente che vi si potrebbe studiar sopra la geografia.

Ant. In qual parte del suo corpo sarebbe allora posta l’Irlanda?

Drom. Nella palma della sua mano: la riconobbi all’aridità.