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286 LA NOVELLA D'INVERNO

messo in loro così salde radici, ch’ella non può più adesso che accrescersi ed estendersi. Dacchè l’età gli ha resi maturi pel trono, e i doveri del regno han dovuto dividerli, il commercio dell’amistà è continuato fra essi se non colla presenza delle loro persone, almeno con quella dei loro ambasciatori, e per un mutuo cambio di doni, lettere e lieti augurii, talchè lontani sembrano ancora insieme, e pare che si diano lo mano dai loro troni posti ai due angoli del mondo. Il Cielo faccia durare eterna questa loro reciproca affezione.

Arch. Credo che non vi sia malvagio sulla terra, nè avvenimento alcuno che potesse romperla. Voi avete un bel sostegno del trono nel vostro giovine principe Mamilio. Non ho mai conosciuto alcun giovine di più liete speranze.

Cam. Formo anch’io su di lui i presagi più belli. È un generoso giovine, un vero balsamo pel cuore dei suoi sudditi: la sua vista sola rianima gli spiriti dei vecchi; e quelli fra di loro che al nascer suo dovevano sorreggersi colle gruccie, desiderano ancora di vivere per vederlo diventar uomo.

Arch. E senza di ciò sarebbero forse contenti di morire?

Cam. Sì, se non adducessero ancora qualch’altro motivo per escusare il loro desiderio di stare al mondo.

Arch. Se il re non avesse figli, essi desidererebbero di vivere anche decrepiti, sino a che ei ne avesse uno. (escono)

SCENA II.

La stessa. — Una stanza nel palazzo.

Entrano Leonte, Polissene, Ermione, Mamilio, Camillo e seguito.

Pol. Il pastore ha già veduto mutarsi nove volte Tumido astro delle notti, dacchè abbiam lasciato vuoto il nostro trono, e se anche per altrettante lune mi intrattenessi a ringraziarvi, non partirei mai più sdebitato. Così come un numero il di cui valore si accresce dal luogo che occupa, io moltiplico coll’unico ringraziamento che vi esprimo quelle migliaia d’altri ringraziamenti che lo han preceduto.

Leon. Sospendete la vostra riconoscenza; la sconterete partendo.

Pol. È dimani ch’io parto, signore; la mia anima è piena di inquietezza per gli avvenimenti che possono essere accaduti, e pei mali che possono essersi originati durante la mia assenza.